Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 1 maggio 2025
Io sono una specie di Diogene del Nuovo Mondo: cerco l'uomo negro, ma finora non trovai che la bestia.
Ma mi bastò mezz'ora di conversazione per capire che Dario Papa non era uno di coloro che si rinchiudono nella botte dei loro dogmi, rifiutando di vedere e di sentire. Era invece un Diogene uscito precisamente dall'ambiente in cui le combinazioni della vita lo avevano fatto crescere, che viaggiava deliberatamente con la sua brava lanterna per esaminare e studiare il paese famoso della libert
«Sì, io ero abbastanza sufficente a me stesso, finchè vivevo come Diogene in una botte. Ma Diogene ha in sè un cattivo compagno. Ora che ho bruciata la vecchia botte, non so più dove rintanarmi. «Potrò credere a qualche altra cosa ora che non credo più in me stesso? Voi dite di sì e so che pregate per questo.
Poi, a mano a mano tornò ad animarsi, a riscaldarsi: "Le vie acquee, voi me lo insegnate.... rappresentano la massima possibile economia in fatto di trasporto: or bene l'Italia che nell'alterna vicenda dei ministeri, va tentando.... va cercando.... come Diogene cercava l'uomo e Talete la coscienza, le fonti meno accessibili delle economie e della produzione, a questa che ha sottomano, retaggio dei padri, retaggio di lavoro, di ricchezza e di gloria, non ha ancora pensato!
In cotesta vita, che molti credettero una vera biografia e fu poi chiamata un romanzo, il Macchiavelli andato a Lucca per affari di certi mercanti fiorentini, sempre signoreggiato dalle idee e dalla figura del Principe, ripensando ai casi di Castruccio, il miglior generale del medio evo, ne compose un racconto come quelli di Diogene Laerzio e di Diodoro Siculo, mescolando il vero all'immaginario, amalgamandovi in un ammirabile getto le gesta di Agatocle. Nel racconto breve ma letterariamente perfetto la figura del duca Valentino è sempre dietro a quella di Castruccio, il quale si muove nullameno con personalit
Diogene trovò superflue tante cose, che volle che gli bastasse per palazzo una botte e per tazza da bere il concavo della mano: ma egli però campava a spese d'altri, che dal commercio traevano il vitto per sé e per lui; e se tutti l'avessero imitato, averebbe forse spiaciuto a lui ancora l'andar a cogliersi di sua mano le ghiande.
E qui, conoscendo l'uomo, cominciò a adularlo: fidava in lui, pienamente in lui; l'aveva scelto apposta fra tante persone di servizio che aveva, appunto perchè era persuaso che un altro Pietro non c'era in tutta la Sicilia a cercarla con il lanternino di Diogene: destro, coraggioso, scaltro, fidato, di gran conoscenze, di grande abilit
Ho veduto tra' Mss. della Biblioteca reale di Francia, nel volume segnato 6,069. V. un manoscritto latino del secolo XIV che porta il titolo: Incipit liber philosophorum moralium antiquorum et dicta seu castigationes Sedechie, prout inferius continetur, quas transtulit de greco in latinum magister Johannes de Procida. È una raccolta o compendio delle massime che correano sotto i nomi di Sedecia, Hermes, Omero, Solone, Pitagora, Diogene, Socrate, Platone, Aristotile, Alessandro, Tolomeo, Gregorio, ec., e finisce con un capitolo, intitolato Sapientium dicta. Io la credo piuttosto una compilazione che una traduzione. Il titolo di magister mi accerta della identit
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca