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Aggiornato: 26 giugno 2025
Si sarebbe detto che uno spirito maligno, il demone di quel luogo maledetto, avesse destato in me tante dolorose memorie e avesse voluto darmi un'idea precisa di quanto ivi soffrì il povero Corradino. Gli animali selvaggi furono però più compassionevoli verso di noi che non gli uomini per Corradino.
AP. Forse un uomo che ha nome così? STR. Non uomo, ma un demonio maligno, che s'appresentava in forma di uomo, ed io lo reputavo Dio. AP. Mi maraviglio che il demonio il quale, ha in odio tutti gli uomini, si ponesse questo nome di cristiano! FR. Ti maravigli che s'abbi posto questo nome che abbiamo avuto dai Gentili, trasfigurandosi ancora nell'angelo. AP. Dici che è venuto da' Gentili?
Io poi non saprei dirvi, Beatissimo Padre, se questa voce muovesse dal paradiso, o piuttosto dallo spirito delle tenebre. Perchè temete che uscisse dal maligno? Nella bocca del diavolo non riposa la verit
Qual buon vento ti porta qui, così di buon'ora? domandò prete Barnaba, mentre con l'aiuto d'un chierichino infilava la pianeta per la messa. Non è un vento, confessò Giusto, e sopra tutto non è un vento buono; è un uragano maligno. Prete Barnaba si fece il segno della croce dinanzi al Cristo di sagristia, e non rispose verbo perchè fiutava da lontano un gran pericolo.
Al posto, adunque, signor Gino degnissimo, al posto! È così facile, quando si vuole davvero! Chi gli diceva di no? Chi mai gli bisbigliava nel cuore che certe cose è più facile immaginarle che farle? Sicuramente un genio maligno, uno spirito noioso, che vive dentro di noi e fa la critica di tutti i nostri pensieri.
Il povero cappellano era caduto nel tranello, per la paura; l'altro con un risolino muto, maligno, a fior di labbra, guardava di sottecchi il compare; il quale pareva dar mente più alla bottiglia che a tutto il resto, ma intanto non perdeva nè una parola nè un gesto de' due vicini.
La mia impazienza per poco non mi fece credere che qualche maligno Giosuè avesse fermato il sole. La sera non arrivava! E con che lentezza si movevano le lancette dell'orologio! Verso le undici, non stavo più a sedere, ma addossato alla parete, in attesa dei picchi avvisatori. Furono tre, come la sera precedente, e questa volta mi diedero uno strano brivido per la schiena.
Nelle prime ore d’una uggiosa giornata, si presenta torvo in viso al suo nobile debitore, il quale dormiva tuttavia la grossa. «Eccellenza, gli dice con aria di mistero e di disperazione, stanotte, tentato dal mio maligno genio, ho giocato, e perduto dugent’onze. Io non ho come pagarle...; vengo da V. E., non a riscuotere il mio credito, ma ad implorare un aiuto...».
Sfavillante d'ingegno il secol mio, Ma da irreligiose ire insanito, Parlava audace, ed ascoltaval'io. E perocchè tra' suoi sofismi ordito Pur tralucea qualche pregevol lampo, Spesso da quelli io mi sentìa irretito. Egli imprecando ogni maligno inciampo Sciogliea della ragion laudi stupende, Ma insiem menava di bestemmie vampo.
Sebbene Gian Luigi fosse tuttavia triste e scorato, la sua vista mi eccitò un sorriso maligno.... Per istinto beffardo, lo vidi ridevolmente piccolo, con una piccola testa, un piccolo fiore all'occhiello, una piccola canna alle mani.... Diceva: «.... Questo secondo romanzo è finito. Lo consegnerò all'editore entro il mese, e ne spero bene. Ci si salva da molti dolori, lavorando....»
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