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Aggiornato: 31 maggio 2025
I Pistoiesi vedutosi muover contro un esercito sì poderoso, a un subito allarme che fece dar loro il Di-Fede, furon tutti sulle difese. Si cominciò dalle mura con macchine di trabocchi e tripanti a scagliare addosso ai nemici grosse e piccole pietre: quali a tiro breve e sicuro, quali altre a lungo ed incerto, così però che de’ molti assedianti or l’uno or l’altro n’era colpito.
Due diplomi del 23 aprile, reg. citato, fog. 91 a t. e 104 provvedono di mandarsi a Manfredonia per l'impresa di Sicilia, quattro de ingeniis curie della fortezza di Lucera de' Saraceni. Un altro del 6 maggio, ibid. fog. 91 a t., per assoldar cento Saraceni al servigio di queste macchine, le quali indi si vede che dovean essere molto grandi e importanti.
A poco a poco la conversazione s'infervorò, ci presero parte anche gli ufficiali, e riuscimmo a sapere varie cose singolari. L'Ambasciatore inglese aveva regalato al Sultano due macchine telegrafiche, e fatto insegnare a parecchie persone della corte la maniera di servirsene; e gi
Vittorio poi, che aveva la passione delle macchine, e diceva che avrebbe voluto fare l'ingegnere meccanico, era lietissimo di quella passeggiata e la considerava come una vera festa. Passando da villa Guerini chiamarono i loro amici, e trovarono che il signor Guerini in persona voleva accompagnarli e far loro gli onori del suo stabilimento.
Per l'appunto. Io so che nelle loro conventicole si va dicendo che il popolo ha diritto a goder la sua parte come i signori; che ne' passati rivolgimenti non s'è dato unto che bastasse alle macchine, e che s'ha da rinnovare anche ora, in casa nostra, la mareggiata di sangue. È il solito ragionamento dei rivoltosi. Ma qui ci bisogner
Maria avea pregato il professore Damiati di accompagnarli. Egli così istruito, che sapeva parlare di tutto con chiarezza, avrebbe potuto dare ai ragazzi delle spiegazioni sulle macchine, e la visita allo stabilimento sarebbe stata più utile con una guida come lui.
Noi di fuligine Suffusi e forti, Urtiam le macchine, Che acute strillano Destando i morti Dentro la polvere. Coro Sorgono i morti. Ai colpi cedono Della tempesta I monti. Ai ruderi Cedono i ruderi: Il libro resta Tempio granitico. Coro Il libro resta. Cedono al vecchio, Che gli anni fila, Sfingi e Piramidi, Ed è l'Iliade De' suoi tremila Anni ancor giovane. Coro Cantiam l'Iliade
Vennero i cavalieri, e furono presi gli accordi per la dimane Ildebrandino con Oberto sopraintenderebbe alle macchine guerresche: messer Aginaldo darebbe gli arcieri più abili, coi capitani Guelardo ed Irnando: Baldo vi unirebbe i suoi savoiardi con Aldigero e Ugonello, al cavaliero il comando dei cavalli di retroguardia: a Gisalberto il servizio di esplorazione notte e giorno co' suoi, Oddone, Eleardo capo dei saluzzesi armati di scuri: Ugo alla testa di venti valentissime lance regolerebbe le mosse di vanguardia e d'investimento: e via, e via: i castelli non istarebbero sguerniti: si lascerebbero armi ed avvisatori in ognuno di essi.
Tutti i ragazzi stavano a bocca aperta, davanti a quelle macchine in moto, a quegli operai attenti al lavoro, che parevano anch'essi far corpo colle loro macchine, ma furono ancora più maravigliati quando andarono nello stanzone della tessitura.
Duecento sessanta quattro Comuni, oltre quello di Milano, sono chiamati a nominare il loro Capo e rappresentante. Il fervore, l'agitazione, l'entusiasmo degli elettori, nonchè l'apparato delle macchine e la complicazione delle manovre dimostrano la straordinaria importanza della lotta.
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