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Così rasciutti al sol di luglio i panni, unico avere rimastogli, per trovare come pascersi, su quelle prime si allogò presso un contadino, aiutandolo nei sudati stenti della segatura. Con due braccia di quella forza e una tal pertinacia di volont

Un meriggio di luglio, un’afa bassa: io consunta di febbre, abbandonate su le lenzuola le braccia stroncate, e immobil come salma ne la cassa. Ne l’orrenda stanchezza un solo, acuto pensier: la bimba.

Nel luglio, durante le vacanze, fugge di casa, s’arruola volontario con le false carte d’un certo Alfonso Allasia, false carte a lui procurate dalla fraterna complicit

Gran Paradiso m. 4061 dal ghiacciaio della Tribolazione agosto 1877 Aiguille de Talèfre m. 3750: Prima ascensione 25 Id. 1879 Dent d'Hérens m. 4175 per la cresta del Tiefenmattenjoch Id. 1879 Col du Fresnay 15 Id. 1880 Col du Piolet 6 luglio 1881 Grosser Lauteraarhorn m. 4043 per il versante Ovest. Id. 1881 Aiguille de Talèfre per il versante italiano 15 Id. 1882

luglio 1886. A Terni, dove fu l'appuntamento, Righetto ce schierò in d'una pianura, E ce disse: Er vostro sentimento Lo conosco e nun c'è d'avé pavura; Però, dice, compagni!, v'arimmento Che st'impresa de noi nun è sicura, E Roma la vedremo p'un momento Pe' casc

Il 2 luglio 1849, resa inutile la difesa di Roma, esce dalla porta opposta a quella dalla quale entravano i francesi; tenta di prendere la via di Venezia, e non gli riesce. Gli austriaci lo cercano, lo spiano, lo attendono, ed egli scioglie la legione, amareggiato il cuore per la perdita della sua compagna, sconfina il territorio toscano e si salva.

Fin dall'aprile, per odio ai volontarî e obbedienza alla diplomazia, l'impresa del Tirolo s'era abbandonata. Il Friuli era perduto e aperto al nemico. E perduta era la provincia veneta, dove Padova, Vicenza, Treviso, Rovigo, l'una dopo l'altra cadevano senza che un soldato del re movesse a soccorrerle: ai regi importava, non di salvare il Veneto, ma di strappare, col terrore della rovina e con false speranze di redenzione, a Venezia il voto del 5 luglio. Promesse date a governi stranieri contendevano ogni operazione e poteva riescir decisiva contro Trieste. La flotta sarda, in virtù d'obblighi reiteratamente e inesplicabilmente contratti, si rimaneva inattiva: l'11 giugno, ad ajutare in Venezia i raggiratori della fusione, s'era annunciato che in un coi Veneti i legni sardi avrebbero tentato una impresa; ma, raggiunto l'intento, l'ordine di mossa si rivocava. Gli Austriaci, rinforzati a lor senno, maturavano gli estremi disegni. Poco dopo il decreto del 12 maggio, il re di Napoli aveva richiamato le sue truppe. Le dichiarazioni del papa a Durando avevano reso pressochè inutili gli ajuti romani. L'atto di fusione aveva, rivelando nuovi pericoli ai governi italiani dall'ambizione della casa di Savoja, tolta ogni speranza di cooperazione da parte loro; aveva, col fantasma d'una costituente sardo-lombarda, irritati più sempre i timori, gli odî e maneggi segreti dell'aristocrazia torinese. Le tristi necessit

Di Cracovia a XXV luglio MDLXXII. Di Vostra Serenit

Vari diplomi dati in Fovea Cathone a 29 luglio e in Castris in lictore Brutzani a 5 e 6 agosto, perchè si mandassero a Brindisi e Cotrone quantunque grani, legumi, carni salate e macchine da guerra, ibid., fog. 189. Diploma in Castris in lictore Brutzani a 7 agosto.

Una sera di luglio, dopo una giornata tra le più accascianti, nella camera bassa, sotto le tegole, calda come un forno, la Virginia aspettava ansiosamente una mano pietosa che la sollevasse su quel largo letto di piuma grande ambizione dei contadini lombardi dove il suo corpo in sudore, affondava penosamente come in una buca vischiosa.