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Aggiornato: 4 giugno 2025
Il senso del moribondo divenuto pigro risponde come suo mal grado alla chiamata; leva la faccia, e considera il Cavaliere: allo improvviso il sangue gli rifluisce commosso per tutto il corpo, gli si arricciano i capelli, trema in maniera che tutto il letto si scuote; e con urlo spaventevole grida: «Il tradito! il tradito! Padre, mi avete deluso: perchè dirmi che Dio mi ha perdonato le colpe?
Tutta l'Europa monarchica si leva in armi e nella Vandea scoppia la guerra civile. Si ordina la leva in massa ed un prestito forzato di un miliardo sui ricchi.
si leva un colle, e non surge molt'alto, la` onde scese gia` una facella che fece a la contrada un grande assalto. D'una radice nacqui e io ed ella: Cunizza fui chiamata, e qui refulgo perche' mi vinse il lume d'esta stella; ma lietamente a me medesma indulgo la cagion di mia sorte, e non mi noia; che parria forse forte al vostro vulgo.
Drappelli di croati o di dragoni, oltre la scorta dei soldati delle compagnie di leva, accompagnavano in queste marce le giovani reclute che, così guardate, potevano rassomigliarsi in tutto e per tutto ad un triste convoglio di prigionieri di guerra.
Alle sei giungemmo a Civita Castellana. Il panorama di questo luogo meraviglioso è insuperabile, più bello ancora di quello di Veio. Il paese si leva su erte rocce rossastre, coperte da piante rampicanti, simili a mura naturali; ai suoi piedi scorre il fiume Treia. È ben fabbricato, ha molti ponti, uno dei quali somiglia al nuovo ponte dell'Ariccia, pur non essendo così grandioso. La valle, stretta e bellissima, formata dalle rupi che il Treia attraversa, è ricca di singolari vedute, tali da formare certo l'ammirazione di ogni pittore. La posizione di questa citt
quando si leva, che 'ntorno si mira tutto smarrito de la grande angoscia ch'elli ha sofferta, e guardando sospira: tal era il peccator levato poscia. Oh potenza di Dio, quant'e` severa, che cotai colpi per vendetta croscia! Lo duca il domando` poi chi ello era; per ch'ei rispuose: <<Io piovvi di Toscana, poco tempo e`, in questa gola fiera.
Ora è l'alba, l'alba apportatrice dei propositi onesti, e uno solo ne rimane a Donato; si leva, corre alla camera del babbo, picchia tremante all'uscio, entra, si butta fra le braccia del vecchio e ne bagna la canizie veneranda di lagrime amare. «Sai, babbo, io sono indegno di te, ho giocato, ho perduto, ho pregato il cielo che mi facesse morire.»
anima mia, mentre in mortale oggetto scorgi ch'eterno è quel che dentro avampa, allarga il seno al sempiterno zelo: e vi rimembri che sì chiara lampa, sì soave tenor, spirto sì chiaro, sono a voi scala da salire al cielo. Dello stesso Amore ad ora ad or battendo l'ale dal grave incarco leva il mio pensero, e nel conduce per erto sentero a gir in parte, ove uom per sè non sale.
E ghiammuncenne... Iammuncenne... (Non si muove: ha gli occhi sbarrati nel vuoto. Se li asciuga con la pezzuola. Poi li leva, lentamente, al Cristo illuminato; leva le braccia e sbatte palma a palma, restando con le mani alte e congiunte) Giesù Cristo mio!... (Dopo un breve silenzio) Tu 'o ssaie chello c'aggio sufferto... Tu 'a saie sta vita mia, Cristo ncroce!... E ssi' tu ca mme ce faie turna'!... Si' tu!... (Col braccio destro levato, e quasi minaccioso, verso il Crocefisso) Io mme vulevo salv
«In Sicilia i segni precursori di qualche esplosione di carattere sociale non sono rari. Vi sono scioperi di contadini e di zolfatari; vi sono sommosse, vi sono lamenti generali e proteste contro uno stato di cose, che si giudica intollerabile; vi sono reati caratteristici e simili a quelli agrarî d'Irlanda; vi è, infine, un sordo rumore, che si leva, da per tutto rinforzato dalla voce irata o lamentevole dei fanciulli e delle donne, che fa mestamente pensare quanti hanno orecchie per sentirlo e cuore per comprenderlo. E in verit
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