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Aggiornato: 20 giugno 2025


la storia triste d’una donna triste che andò andò fino a smarrir la strada.... .... Accoglietela, avanti ch’ella cada; del campo ignoto fra le mozze ariste. Datele un sacco ed un lenzuolo, ed ella vi dormir

La vecchia appoggiò la fronte canuta sul lenzuolo e, col seno compresso, aspettava silenziosa, pensando e sperando. Così venne la notte. D'improvviso Martino si scosse e, senza articolar sillaba, gestiva con forza, allontanando le coltri da ; Elena si rizzò sgomentata, accese precipitosamente il lumicino, gli domandò che cosa avesse, che cosa volesse.

Siete voi che mi avete ridotta così: non voglio che nessuno mi vegga. Che cosa dici? Non mi capite dunque? gridò scoppiando finalmente in singhiozzi; poi si tirò il lenzuolo sul capo. La mamma rimaneva a guardarla sotto quel cencio poco bianco come se fosse morta; poi mormorò dogliosamente: Tina! L'altra scosse la testa sotto il lenzuolo. La mamma ascoltava distratta.

Come io vidi sotto il rasoio recisa cadere e ruzzolar giù pe 'l lenzuolo la prima ciocca di capelli, quella bella ciocca nera che soleva recingere l'orecchio del suicida, mi copersi la faccia, con le mani, e mi rifugiai nell'anticamera, pazzo di dolore.

Ella gli spalancò in volto gli occhi vitrei, aprì la bocca per pigliar fiato: No, disse con la voce confusa e pastosa dei morenti. Poi, volto il capo, dette tre gridi lunghi, striduli, strazianti; non respirò per un minuto secondo; tastò vagamente il lenzuolo con le dita; respirò fortemente e morì. Signora,

Rigida sta nel suo lenzuolo bianco Colei che un giorno fu chiamata bellaGorgheggiavano intanto gli augelletti Smentendo tutte le tristezze umane. Splendeva il sol sulle iscrizioni vane, Sui nomi gi

Giuliana giaceva nella medesima attitudine. Dormiva? Soltanto la fronte, fino ai sopraccigli, era scoperta. Mi sedetti, presso al capezzale; ed aspettai. Guardavo quella fronte pallida come il lenzuolo, tenue e pura come una particela, sororale, che tante volte le mie labbra avevano baciata religiosamente, che tante volte avevano baciata le labbra di mia madre.

No, non è vero ella diceva agitando le braccia non è possibile. No... no. Alla fine aperse gli occhi, si rizzò con mezza la persona puntellandosi sui gomiti, e si guardò attorno, bianca in viso più del suo lenzuolo, con un sudor freddo che le gocciolava giù per la fronte.

Però di un tratto le stette davanti una larva, che vestì intera la sembianza del suo fratello don Giacomo; la quale essendosi pianamente accostata al letto, le disse: «Su, levati, è l'ora». Al che avendo ella risposto interrogando: «dove abbiamo ad andarela larva si curvò, quasi volesse sussurrarglielo negli orecchi, e la testa con un profluvio di sangue le cascò giù dalle spalle rotolando sopra il lenzuolo.

«Il villaggio giaceva sepolto sotto un lenzuolo di ghiaccio, e il silenzio della notte non era turbato che dal rumore del torrente, dai sibili del vento e dai latrati di qualche cane di masseria che sentendomi passare usciva dal casotto. «Io tremavo avvicinandomi alla povera capanna dove era trascorsa la mia infanzia. Tutto a un tratto sentii il sangue affluirmi al cuore, alla testa, dappertutto.

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