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Aggiornato: 29 giugno 2025
«Il disordine dello spirito non era minore: non aveva più idee, più memoria; inetto a leggere due frasi; senza riflessione, senza inquietudine sulla sua sorte; non aveva altra sensazione che quella del dolore, la quale lo assaliva penosamente, ogni tre giorni almeno. Era un essere molto al di sotto del bruto, ed offriva in sè uno spettacolo, di cui è difficile immaginare tutto l'orrore.
Il dottor Vebesti giunse. Tutti, alla Badiola, trassero un respiro, ripresero fiducia, sperarono bene. Giuliana soltanto non si rianimò. Più d'una volta io sorpresi nei suoi occhi il passaggio d'un pensiero sinistro, la cupa luce dell'idea fissa, l'orrore d'un presentimento lugubre.
Il trimestre, che s'aveva a pagare anticipato, cominciava dal primo di aprile; ma tra questi indugi s'era giunti alla fine di maggio; laonde, se si aspettava ancora un po', c'era l'altro trimestre da mettergli accanto. Lorenzo vedeva benissimo tutto l'orrore del suo stato; ma che farci? Egli era al lumicino.
Il Macchiavelli mandato dalla Signoria al Valentino nella più difficile crisi della sua conquista in Romagna potè studiarlo. Tutti i condottieri gli si erano ribellati; egli temporeggiò, li ingannò, li uccise tutti: era fatale, era morte per morte. L'impresa della Romagna lo esigeva, l'Italia politica approvò, Macchiavelli ammirò il coraggio e la destrezza di quel processo. Il duca Valentino gli si ingigantì nel pensiero. Infatti, quel figlio di papa gittato nella tormenta della politica d'allora senz'altro appoggio che quello precario del pontefice, e nullameno così forte da pretendere a un regno; parato ad ogni fine, capace d'ogni mezzo, gran signore, impenetrabile, romantico al punto da mescolare imprese galanti a tragedie di guerra, non obbliandosi mai: sobrio e dissoluto, spezzando impassibile i proprii migliori strumenti come Don Ramiro appena gli si appesantissero nella mano, era bene la più gagliarda figura italiana del secolo. L'orrore che adesso in noi desta il solo suo nome era allora quasi tolto dai costumi del tempo; solo la sua idea e la tragica costanza nel seguirla restavano grandi. Involontariamente il Machiavelli lo paragonò a parecchi eroi dell'antichit
L'orrore fu tale che io, pur non sapendo quale azione volessi compiere, mi volsi, uscii senza esitare, mi diressi verso la stanza di Giuliana. Incontrai miss Edith nell'andito. Di dove venite, Edith? le chiesi. M'accorsi ch'ella si stupì del mio aspetto.
Avrei commesso il sacrilegio, il delitto, se avessi avuto la certezza di poter così attuare il mio sublime sogno. Esso valeva bene la vita di una creatura, se soltanto a prezzo di questa la realizzazione n'era possibile! Ma, di certo, non mi si presentava altro che un'immolazione spietata! E così alla tristezza si era aggiunto l'orrore di un segreto che mi rendeva più odiosa la esistenza!
Cos'era dunque il brivido che m'arrestava dubitante sulla soglia dell'infame asilo quando nel cuore della notte come un ladro io lo cercava, cacciato dalla schifosa febbre de' sensi? Cos'era l'orrore che mi pervadeva alla vista della livida creatura che senz'amore, senza palpiti, senza desiderio mi offriva la sua bocca stanca e le sue carni disfatte?
Non posso dimenticarla, non posso. Vedi, malgrado il fetore, l'orrore di questa camera, io la sento qui, lì dietro. Dolley è nella villa! Verr
La Margherita si affissò in quello spettacolo: L'ultima aurora che io vedo!» Così ogni cosa le rammentava come tutto fosse sul punto di finire; il rammentava a un'anima, che dalla nascita porta in sè l'orrore della distruzione, il desiderio della immortalit
Mio zio mi guardava in silenzio, aspettando tranquillamente la mia risposta. Io sentiva tutto l'orrore della mia posizione, ed una lotta terribile si agitava nel mio animo. Finalmente, vedendomi esitante, egli soggiunse: Io confesso che aspettavo tutt'altra accoglienza alla mia proposta, e mi sorprendo assai della tua esitazione.
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