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Io non son nulla; ogni mio moto è tardo; E non ho spirti a la vittoria pronti: Ma per Dio l'uomo fral fassi gagliardo; E mille esempi se ne van ben conti: Dio regge il mondo; e se raggira un guardo Quetansi i venti, e son tremanti i monti, E benchè frema, l'arenose sponde Non bagna il mar, s'ei lo comanda a l'onde.

Or discendiamo omai a maggior pieta; gia` ogne stella cade che saliva quand'io mi mossi, e 'l troppo star si vieta>>. Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva sovr'una fonte che bolle e riversa per un fossato che da lei deriva. L'acqua era buia assai piu` che persa; e noi, in compagnia de l'onde bige, intrammo giu` per una via diversa.

106 Quel cade, e Mandricardo in piedi guizza, non più stordito, e Durindana aggira. Veder morto il cavallo entro gli adizza, e fuor divampa un grave incendio d'ira. L'African, per urtarlo, il destrier drizza; ma non più Mandricardo si ritira, che scoglio far soglia da l'onde: e avvenne che 'l destrier cadde, ed egli in piè si tenne.

Dolce amor, dolce musa: e non vaneggio; non è 'l mio sogno; no, che viva e vera ti veggio alma mia diva; e tal ti scorgo qual ti scorgono e Febo e tue sorelle a l'onde di Permesso; e qual ti scorge la sorella di Febo entro al suo giro. Quant'è la gioia mia?

L'erbe, gli alberi, i fior, le frondi, i sassi, mi rappresentan sempre, e l'onde, e l'ora, quel viso dopo il qual nulla mi piacque. U' gli occhi giro, ovunque movo i passi, nulla non scorgo, o penso, o sento fuora di lei, che per bearmi in terra nacque. Dello stesso

23 Quivi surgea nel lito estremo un sasso, ch'aveano l'onde, col picchiar frequente, cavo e ridutto a guisa d'arco al basso; e stava sopra il mar curvo e pendente.

13 Non vede Orlando più poppe sponde che tratto in mar l'avean dal lito asciutto; che son troppo lontane, e le nasconde agli occhi bassi l'alto e mobil flutto: e tuttavia il destrier caccia tra l'onde, ch'andar di l

Ché, lasciando le mie fiorite sponde, l'erboso letto e l'onde piú chiare di stillato argento, vengo ad un solenne spettacolo e ad allegrarmi con esso voi, o miei illustri e magnanimi figli; posciaché per cosí fatta ragione posso far gloriosa concorrenza col Po, col Mincio e col famoso Tebro.

Ma, percioché tanto è la vittoria piú gloriosa al vincitore, quanto le forze del vinto sono state maggiori, giudico esser convenevole dimostrare, di come fluttuoso e tempestoso mare costui, gittato ora in qua ora in , vincendo l'onde parimente e' venti contrari, pervenisse al salutevole porto de' chiarissimi titoli giá narrati.

Superbo Po, ch'a la tua manca riva tutto lieto ti volgi d'ora in ora, per mirar lei, che le tue piaggie infiora, e ti fa in mezzo l'onde fiamma viva; che fa la nostra, ho da dir Donna, o Diva, lei, che del ben del ciel l'alme innamora? Oh fosse lunga a lei la mia dimora! Pensa ella almen ch'io di lei pensi o scriva?