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Aggiornato: 22 maggio 2025


Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt’ era ’n pietra, e ’ margini dallato; per ch’io m’accorsi che ’l passo era lici. «Tra tutto l’altro ch’i’ t’ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno è negato,

Ora era onde 'l salir non volea storpio; che' 'l sole avea il cerchio di merigge lasciato al Tauro e la notte a lo Scorpio: per che, come fa l'uom che non s'affigge ma vassi a la via sua, che che li appaia, se di bisogno stimolo il trafigge, cosi` intrammo noi per la callaia, uno innanzi altro prendendo la scala che per artezza i salitor dispaia.

Luogo e` la` giu` da Belzebu` remoto tanto quanto la tomba si distende, che non per vista, ma per suono e` noto d'un ruscelletto che quivi discende per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso, col corso ch'elli avvolge, e poco pende. Lo duca e io per quel cammino ascoso intrammo a ritornar nel chiaro mondo; e sanza cura aver d'alcun riposo,

Ora era onde ’l salir non volea storpio; ché ’l sole avëa il cerchio di merigge lasciato al Tauro e la notte a lo Scorpio: per che, come fa l’uom che non s’affigge ma vassi a la via sua, che che li appaia, se di bisogno stimolo il trafigge, così intrammo noi per la callaia, uno innanzi altro prendendo la scala che per artezza i salitor dispaia.

Ora era onde 'l salir non volea storpio; che' 'l sole avea il cerchio di merigge lasciato al Tauro e la notte a lo Scorpio: per che, come fa l'uom che non s'affigge ma vassi a la via sua, che che li appaia, se di bisogno stimolo il trafigge, cosi` intrammo noi per la callaia, uno innanzi altro prendendo la scala che per artezza i salitor dispaia.

Or discendiamo omai a maggior pieta; gia` ogne stella cade che saliva quand'io mi mossi, e 'l troppo star si vieta>>. Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva sovr'una fonte che bolle e riversa per un fossato che da lei deriva. L'acqua era buia assai piu` che persa; e noi, in compagnia de l'onde bige, intrammo giu` per una via diversa.

<<Tra tutto l'altro ch'i' t'ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno e` negato, cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com'e` 'l presente rio, che sovra se' tutte fiammelle ammorta>>. Queste parole fuor del duca mio; per ch'io 'l pregai che mi largisse 'l pasto di cui largito m'avea il disio.

Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt’ era ’n pietra, e ’ margini dallato; per ch’io m’accorsi che ’l passo era lici. «Tra tutto l’altro ch’i’ t’ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno è negato,

Luogo e` la` giu` da Belzebu` remoto tanto quanto la tomba si distende, che non per vista, ma per suono e` noto d'un ruscelletto che quivi discende per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso, col corso ch'elli avvolge, e poco pende. Lo duca e io per quel cammino ascoso intrammo a ritornar nel chiaro mondo; e sanza cura aver d'alcun riposo,

<<Tra tutto l'altro ch'i' t'ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno e` negato, cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com'e` 'l presente rio, che sovra se' tutte fiammelle ammorta>>. Queste parole fuor del duca mio; per ch'io 'l pregai che mi largisse 'l pasto di cui largito m'avea il disio.

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