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scorgo quale al nostro secol porti La Chiesa oltraggio, quando ancor favelli D'egregi estinti, e ad imitarli esorti; E n'esorti a pensar che vivon quelli Non senza possa al Re del Cielo amici E lor pietate ad invocar ne appelli. A te, Religïon, credo che il dici, Ma se tacessi, anco ragione il grida: Anzi al Giusto si curvin le cervici!

Arriviamo al quartier generale, il partire dei carri aveva prodotto un'adunanza insolita di gente davanti alla porta: tra le molte persone scorgo le due gentili figliole della nostra padrona di casa: cerco sfuggirle: mi chiamano: non vi è dubbio, esse pure mi ripeteranno l'importuna e dolorosa richiesta. Dove andate? Partiamo. Sul serio? Così non fosse! Ma la ragione?...

L'ho perduta nell'ultima tempesta. Io scorgo intanto questi degni signori colpiti da un tale incontro che la ragion loro divorano e che i loro occhi ministri dubitan siano di verit

Egli è che allora conoscevo l'amore per la prima volta, egli è che allora per la prima volta imparavo ad amare. Finito lo spettacolo esco dalla sala per incontrarla all'uscita. Mentre la vedo passare bionda, pallida, sottile, come la figura d'Ofelia nella mente di Shakespeare innamorato, scorgo un collega: Conosci quella giovinetta? domando.

Poi ch'a la vostra tanto alma beltade, onde pregiata d'onorate e rare spoglie di tante elette anime chiare n'andate altero specchio ad ogni etade; piace ch'io ancor per le medesme strade seguir vostre amorose insegne impare; non siano almen vostre alme luci avare di quel raggio, ond'io scorgo ogni bontade.

L'erbe, gli alberi, i fior, le frondi, i sassi, mi rappresentan sempre, e l'onde, e l'ora, quel viso dopo il qual nulla mi piacque. U' gli occhi giro, ovunque movo i passi, nulla non scorgo, o penso, o sento fuora di lei, che per bearmi in terra nacque. Dello stesso

«Duolmi tanto» egli continuò «dovervi lasciare in questo momento e confondermi nella folla; i segugi della polizia papale sono sulle mie tracce, ed io ne scorgo diversi che mi perseguitano. Ove occorra, a qualunque ora cercate di me ai mendichi del Foro Romano».

Ora soltanto la caduca e folle vostra grazia m’attira, or che non posso cogliervi più, mordere con rosso riso al dolcior di vostra carne molle: or che in terra non mia, gioia e certezza d’altri, dietro cancelli a me serrati, offrire al sol vi scorgo i vellutati petali, per un giorno di bellezza.

XLVII. A Lattanzio de' Benucci Io ch'a ragion tengo me stessa a vile, scorgo parte in me che non m'annoi, bramando tormi a morte e viver poi ne le carte d'un qualche a voi simile, cercando vo per questo lieto aprile d'ingegni mille, non pur uno o doi suggetti degni de i più alti eroi, e d'inchiostro al mio tutto dissimile.

Lo stato di debolezza in che adesso vi scorgo, mi fa grandemente temere per la prova alla quale siete chiamato. Se non volete subirla, sta in voi.