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Aggiornato: 29 maggio 2025
Ignorante e superbo era subdito, e molto piú è ignorante e superbo ora che è prelato. E tanta è la sua ignoranzia che, come cieco, dará l'offizio del sacerdote a uomo idiota, il quale a pena saprá pure leggere e non saprá l'officio suo. E spesse volte, per la sua ignoranzia, non sapendo bene le parole sacramentali, non consacrará.
Nella lingua tua stanno disoneste e vane parole; con la quale lingua tu se' tenuto d'amonire il proximo tuo e d'anunziare la parola mia e dire l'Offizio col cuore e con la lingua tua, e Io non ne sento altro che puzza, giurando e spergiurando come se tu fussi uno baractiere, e spesse volte bastemiandomi.
Perché giá ti dixi, se ben ti ricorda, che col mezzo de' servi miei Io farei misericordia al mondo e col molto sostenere riformarei la sposa mia. Veramente questi cotali si possono chiamare un altro Cristo crocifixo unigenito mio Figliuolo, perché hanno preso a fare l'offizio suo.
Affrena alquanto questi lamenti e le lagrime e 'l duolo. Dimmi quel c'ho da fare. FILOCRATE. A queste notti, chi era quello che sí destro entrava ne le camere vostre? Ove è l'onore? ove è la castitá? dove è l'offizio che conveniva a saputa servente? Devevil comportar? FRONESIA. Guarda, Filocrate, che non ti inganni; perché veramente io non intendo quel che voglia dire.
E se essi si sentissero, all'ora debita che si debba dire, la mente tracta e levata per desiderio, si debbano provedere di dirlo innanzi o dirlo poi, sí che non trapassi che il debito de l'offizio non sia renduto. D'ogni altra cosa che l'anima cominciasse, la debba cominciare vocalmente per giognere a la mentale. E sentendosi la mente disposta, la debba lassare per la cagione decta.
Ma se il vicario del mio Figliuolo s'avede de' difecti dell'uno e de l'altro, li debba punire: e a colui tollere l'offizio suo, se non si corregge e non amenda la sua mala vita; e a colui che compra gli starebbe bene che egli li desse, in quello scambio, la pregione, sí che egli sia correcto del suo difecto, e gli altri ne prendano exemplo e temano, acciò che neuno si levi piú a farlo.
Artemona, parlando con Pilastrino, mostra averli racconto l'offizio che ha fatto per Crisaulo e quello che ha pensato perché egli fra poco ottenga, come si vedrá. E, in questo, Pilastrino le narra tutti li accidenti del suo amore che sono circa il mangiare e il bere. PILASTRINO. Sai per sette. Sempre ho sperato in te. ARTEMONA. Omai la cosa passa per suoi piè.
Poi, passata la mentale, se ha tempo, può ripigliare quello che proposto s'aveva di dire; non avendo tenpo non se ne debba curare, né venirne a tedio né confusione di mente. Cosí debba fare. Guarda giá che non fusse l'offizio divino, el quale i cherici e religiosi sonno tenuti e obligati di dire; e non dicendolo, offendono. Essi debbono infino a la morte dire l'offizio suo.
E perché queste gentildonne mancano di doti, io li faccio un donativo degno dell'amore e generositá loro, di ventimila ducati per una; dopo la mia morte a succedere non solo alla ereditá ma nell'amore: e se agli altri si dánno per usanza, vo' donarli a voi per premio. E per segno d'amore vuo' abbracciarvi: il sangue mi sforza a far l'offizio suo.
El quale legame hanno posto col libero arbitrio nelle mani delle dimonia, e con esso gli lega, però che in altro modo non potrebbero essere legati. Con questo legame si sonno legati e' persecutori del Sangue l'uno con l'altro, e' come membri legati col dimonio, hanno preso l'offizio delle dimonia.
Parola Del Giorno
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