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Aggiornato: 24 giugno 2025
DON IGNAZIO. D'ingannatore e di traditore! DON FLAMINIO. Don Ignazio, se, mentre siamo vissuti insieme, t'ho fatto altro inganno e tradimento fuor di questo, veramente son un ingannatore e traditore; se questo, che ho fatto per amore, si ha da chiamar «tradimento», diffiniamolo con l'armi. DON RODORICO. Don Flaminio, tu parli troppo liberamente e fuor de' termini.
Dissi; e dir m'importava. A me in risposta manderai poscia, a tuo grand'agio, morte. POPPEA Signor, deh! frena il furor tuo... NER. Tai detti scontar farotti in breve. Oh rabbia!... Oh ardire! Finché non giungon l'armi, io son quí dunque minor d'ogni uomo?
SINESIO. I giovani del nostro tempo, appena spuntano fuor della buccia, che sentono cillicarsi dalle dolcezze d'amore e hanno il pizzicore, s'amano e desiano trovarsi insieme; e quando vi sono, il maschio usa la forza e le sue armi, e la femina le soffre volentieri. Non vi dico altro. PEDOFILO. Usi la forza quanto gli piace, ché l'armi non riusciranno.
E perciò, tralasciando quelle cose che l'Urfè vorrebbe nel poema, che sono consigli non critiche, dirò di due difetti da lui notati in quest'ultimo canto. Nella St. 6. dice il Batista ad Amedeo: L'armi ch'avesti tu dal ciel superno Io porterolle a le magion divine, E l
Indomito la man, feroce il brando, Fra lampi d'ira fulminoso il ciglio Trascorre intorno su l'arcion notando L'armi, e le membra a riguardar vermiglio, Fracassa i remi, e ne le prore urtando Non lascia alma fuggir senza periglio; E gi
si` come torna colui che va giuso talora a solver l'ancora ch'aggrappa o scoglio o altro che nel mare e` chiuso, che 'n su` si stende, e da pie` si rattrappa. Inferno: Canto XVII <<Ecco la fiera con la coda aguzza, che passa i monti, e rompe i muri e l'armi! Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!>>.
E i vostri padri, quando gli stranieri invocati calpestavano di soverchio gl'improvvidi invocatori o insolentivano sui loro averi o sui loro affetti, sentivano a rinsuperbirsi dentro l'orgoglio e le fiere passioni degl'Italiani, e davano loro ricordi di sangue, pei quali suonano tuttavia tremendi i nomi di Legnano, di Palermo, di Forlì. Ma voi sceglieste in questi ultimi tempi, fra i potenti stranieri, a simbolo delle vostre speranze di Patria, quello appunto dalle cui mani gronda il sangue dei migliori tra i vostri giovani di dieci anni addietro, spenti in Roma per l'armi sue, onde si riponesse in seggio quel Vicario del Genio del Male, il cui nome suona negazione di Patria e di Libert
ERASTO. Orsú, poiché sei cosí disposto di ucciderti meco, per esser noi stati tanto tempo prima amici insieme, abbracciamoci e baciamoci, e dopo ripigliamo l'armi e feriamoci. CINTIA. Mi contento d'ogni tuo contento. ERASTO. Lasciate l'armi; ecco lascio le mie. CINTIA. Io ho lasciate le mie.
Poichè riebbe alquanto lo spirito smarrito, s'avviò la dolente col pio guerriero all'oratorio di Ginistrello, nè stette molto che se le annunziò giungere fra l'armi Girani. Ei veniva con serena fronte, e serbava fra il dolore la dignit
Tu che sei interceditrice potente, e tu che tutto ascolti!... Se ci fosse anche la madre mia a pregarvi! Come la vorrei accanto a me! E Imilda piangeva dirottamente: Ella m'avrebbe salvata da questo tumulto! Vedi, anch'io vorrei esser tra l'armi, per udire quel grido: vittoria!... Vergine dolcissima, tu sorridi a me che piango?
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