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Aggiornato: 24 giugno 2025
Ciò rimirava, e stimolando Aletto A l'armi infiamma la commossa gente, E corre entro ogni vena, entro ogni petto, Qual corre lampo entro le nubi ardente; Quinci di guerreggiar nuovo diletto A' barbari agitati arde la mente. Trascorre il mostro, e i cori avvampa e punge: Quando tremendo ecco AMEDEO sorgiunge.
Non dirò il come; e ognuno intende il perchè. Ma affermo solennemente e come s'io parlassi a Dio stesso, che dal popolo, esplorato interrogato in tutte le frazioni che lo compongono, non escì che una sola risposta: azione, azione immediata: date chi guidi, agiremo tutti. Non chiedevano di Francia o d'altro; non numeravano l'armi; un ferro, dicevano, ci dar
Come questi videro giungere il guerriero, dubitando non gli inseguisse onde loro involare Bianca, si disponevano alla difesa, ma il dolente alzando la destra ignuda gridava Pace: io non porto guerra, voglio vedere la mia Bianca, la sposa mia, colei che per me si avventurò fra l'armi, voglio soccorrere a' suoi mali e caderle vicino.
Ma nol farai; vuole il Monarca eterno Contra loro agitar l'onde marine; E poi ch'ad onta del dannato inferno Rodi de' rischi suoi rimira il fine, L'armi, ch'avesti tu dal Ciel superno Io porterolle a le magion divine, E l
Freme il Nebiolo stretto dalla turba che l'opprime e spaventa solo che ei giri la sanguinea vista: ei si scuote e palpitano mille petti, fremono mille spade, chè ognuno teme non riprenda l'armi e il furore, di tanto gli atterrì sul campo; pari a cignale fra lacci, che se rabuffa l'ispido pelo o arruota la zanna, ne agghiacciano gli assalitori cui trema ancora la mente per la passata ferit
Nei sani travagli del campo egli può trovare una vigorìa ignota, e sfuggendo ai pericoli può tornar rifatto di corpo e di spirito.... E allora, siane certa, egli benedirebbe chi gli avesse dato il consiglio di prender l'armi.
Baldo ancora aspetta coi cavalli! Che aspetta? In quella quattro uomini, gittando l'armi, venivano per la montagna, abbandonate le macchine e lasciati vilmente i compagni. Come videro i cavalieri e il trombetto Aimone, certo si sentirono a mal punto, il perchè due ad alta voce dissero a giustificazione: Aginaldo e Gisalberto sono morti!
Conosco lui, le spoglie onde egli è adorno; Ho contezza de l'armi, onde risplende, E so, dove poc'anzi ei fea soggiorno, E col
Ivi fra viva luce, onde circonda, Orribile a veder, l'ampie foreste Con aura soavissima, gioconda, Scioglie in voce mortal, spirto celeste: L'armi, onde oggi Ottoman tua man confonda, Dal ciel ti reco; or tu feroce in queste Fulmina omai su le nemiche genti: E sta quale alpe al minacciar de' venti.
VIRGINIO. Orsú! Andate a casa, voi altri, e ponete giú l'armi e portatemi la mia veste. PEDANTE. Fabrizio, viene a conoscer tuo padre. VIRGINIO. Oh! Questa non è Lelia? PEDANTE. No; questo è Fabrizio. VIRGINIO. O figliuol mio! FABRIZIO. O padre, tanto da me desiderato! VIRGINIO. Figliuol mio, quanto t'ho pianto! GHERARDO. In casa, in casa, ché tu sappia il tutto.
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