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Aggiornato: 10 giugno 2025


Stiasi il vil borgo, e l'alte fiamme accese Schifi, sia furor ch'ora il deprede, E sian di Pietro memorande imprese Con tanto sforzo ivi serbar sua fede; Intanto l'Asia, e l'African paese Devoto a noi gi

O pur non sia fallace il creder mio. Or mi sovvien, ch'ancor de l'alte dive son mal stabili i cori. E quante volte mutò voglia e amor la dea di Cipri, la dea del terzo ciel? Di lei mi taccio. Ma la bianca, la fredda e casta luna come fu fida, lasso, al fido amante? Il sanno gli alti boschi, ch'alcun tempo vider Pan lieto e tristo Endimione.

Così confusa può far parola, sa tacere, onde s'arrabbia e strugge; Alfine a gli occhi d'AMEDEO s'invola, E di lui vergognando ella sen fugge; Cerca piaggie romite, e quando è sola Versa dolor, come leon che rugge, E dal colmo veggendosi caduta De l'alte glorie sue, vita rifiuta.

24 E quivi appresso, ove surgea una fonte cinta di cedri e di feconde palme, pose lo scudo, e l'elmo da la fronte si trasse, e disarmossi ambe le palme; ed ora alla marina ed ora al monte volgea la faccia all'aure fresche ed alme, che l'alte cime con mormorii lieti fan tremolar dei faggi e degli abeti.

Quando sembra che il cor nel petto muoia. Sciolti e cadenti i suoi capelli biondi Sul roseo volto dai grandi occhi puri, Allor che, o sole, i vasti campi inondi, Ella si siede sotto l'alte frondi Nei recessi al meriggio ancora oscuri. Sulla sua via ell'ha ben lievi impronte, Il suo passato ancora non le pesa, Niun periglio ella scorge all'orizzonte, Le tempeste ella ignora, i mali e l'onte,

Stan nelle valli coi bruni vertici al ciel le chiese; lucenti si aprono agli ozî dei palagi l'alte porte; le ville ai poggi ridono: Gridano i borghi vivi del fremito dell'arte: Invidia agita ed Odio le case sparse nel fecondo piano, che al mio fuggir s'involano: Tu, guardiano, pago alla povera capanna, al segno fisso, propizio genio custode dei destini erranti, ai nostri sogni vigili: ai nostri affanni vigili: e principi rendi e tesori securi ai popoli, tu la coscienza che giammai non dorme, tu dell'amor un palpito.

E quando il sole ad onorar s'accese Rodi, ed il gran colosso a l'aria ella erse, Corse la nobil gente a l'alte imprese, Ed immensa ricchezza ivi disperse; Da fatti avi Astidamante scese, giammai Rodi tralignar lo scerse In bella pace da gli antichi onori, E colse in guerra i più sublimi allori.

L'uno fu Enocco, e l'altro che, distolto di terra, ascese in ciel fra spirti boni, quando Eliseo videlo nel molto foco volar a l'alte regioni. Questi con lieto volto m'abbracciaro, mostrando il mio advenir quant'ebber caro. Helias. Vado fra loro poscia, lento lento, favoleggiando verso il gran palaccio.

Di sopra fiammeggiava il bello arnese piu` chiaro assai che luna per sereno di mezza notte nel suo mezzo mese. Io mi rivolsi d'ammirazion pieno al buon Virgilio, ed esso mi rispuose con vista carca di stupor non meno. Indi rendei l'aspetto a l'alte cose che si movieno incontr'a noi si` tardi, che foran vinte da novelle spose.

quanto per mente e per loco si gira con tant'ordine fe', ch'esser non puote sanza gustar di lui chi cio` rimira. Leva dunque, lettore, a l'alte rote meco la vista, dritto a quella parte dove l'un moto e l'altro si percuote; e li` comincia a vagheggiar ne l'arte di quel maestro che dentro a se' l'ama, tanto che mai da lei l'occhio non parte.

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