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Aggiornato: 18 maggio 2025


L'impaventosa lepre lato al cane, l'agnella presso al lupo queta dorme, ché tutti li animal, giá in lor conforme, natura tiene in sue medeme tane: securi pesci e rane, questi da lontra, quelle da le biscie: non è chi strida o fiscie l'un contra l'altro per stracciarsi 'l pelo, ché l'aurea etade giá scese dal cielo.

Deus Pater se ipsum intelligit et amat; quae intelligentia Filius est, amor vero Spiritus Sanctus. Padre, Figliol e l'almo Spirto un Dio eterno siamo, fuor d'ogni vantaggio. Tre siam un, ed un tre, securi e franchi che l'un vegna de l'altro mai rubello; non cape in noi speranza desio, non spazio tra 'l comun voler oltraggio.

Quanto più l'intento d'un'associazione è determinato, chiaro, preciso, tanto più i suoi lavori procederanno spediti, securi, efficaci. La forza d'una associazione è riposta, non nella cifra numerica degli elementi che la compongono, ma nella omogeneit

Indi più securi e lieti, a vicenda si chiesero della loro fede, si narrarono le proprie sventure, i perigli, i timori, e vagheggiarono l'idea della presente fortuna. Oh mia Marcellina! pur ti trovo dopo tanti guai ed affanni, e sei pur bella come il primo che ti vidi e ne fui preso, e quale ne serbo l'immagine nel cuore, sola compagna ch'io m'avessi nel vario cammino della varia sorte.

Ecco di latte scorreno giá i fiumi, sudano mèle i faggi, olio li abeti, e su per que' laureti celeste manna ricogliendo vanno le virgin ape; e i rosignoli lieti, c'han d'or' le penne, entro purpurei dumi nidi d'argento e fine perle fanno, securi di rapina o d'altro danno.

Stan nelle valli coi bruni vertici al ciel le chiese; lucenti si aprono agli ozî dei palagi l'alte porte; le ville ai poggi ridono: Gridano i borghi vivi del fremito dell'arte: Invidia agita ed Odio le case sparse nel fecondo piano, che al mio fuggir s'involano: Tu, guardiano, pago alla povera capanna, al segno fisso, propizio genio custode dei destini erranti, ai nostri sogni vigili: ai nostri affanni vigili: e principi rendi e tesori securi ai popoli, tu la coscienza che giammai non dorme, tu dell'amor un palpito.

E taluni, che si dissero Vicarî di Dio sulla terra e furono veramente, negli ultimi seicento anni, Vicarî del Genio del Male, fecero scienza di quel peccato, e divisarono modo per cui due almeno di quei popoli stranieri si trovassero sempre a fronte l'uno dell'altro sulla nostra terra, tanto che nessuno potesse mai riunire in uno le membra sparte d'Italia, ed essi potessero tiranneggiare securi sovra una parte o sull'altra.

Or voi dell'ascoltar fatemi degno, v'incresca raccor quanto ragiono, Securi a pien che io mi conduco e vegno De lo scampo di Rodi a farvi dono. Ch'ei dovesse parlar fecero segno Ambo quei grandi: ed ei soggiunse: io sono In fra ciascun, che de la grazia altiero Sen vada d'Ottoman, forse il primiero.

Parola Del Giorno

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