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Aggiornato: 18 giugno 2025
Messa alle strette, narrò del suo colloquio con Cipriano, smorzandone le tinte quanto più le fosse possibile e supplicando Odoardo a non darsene pensiero. Ormai tutto doveva ritenersi finito. Il Selmi però non era di questo parere, e si pentiva anzi della sua passata indulgenza. Sono una bestia egli disse. Mi ero accorto da un pezzo delle intenzioni di colui, e avrei dovuto immischiarmene.
Il passaggio di Giuliano sul trono imperiale fu la comparsa di una meteora luminosa che, appena accesa, si è spenta. Egli, quindi, non ebbe il tempo di lasciare, nei fatti e nelle cose, l’impronta duratura della sua azione. La sua memoria non vivrebbe che nella caricatura che ne hanno disegnata gli scrittori cristiani, e parrebbe quasi che l’opera sua si fosse limitata alla guerra contro il Cristianesimo e ch’egli fosse un uomo odioso e vituperabile, se non ci fossero rimasti i suoi scritti che sono lo specchio genuino del suo carattere, delle sue intenzioni, delle doti e dei difetti del suo spirito eccelso. È vero che noi abbiamo in Libanio ed in Ammiano Marcellino le prove dell’ammirazione che Giuliano aveva destata nei suoi contemporanei. Ma Libanio è sospetto, perchè troppo interessato e compromesso nell’impresa della restaurazione politeista, e Ammiano Marcellino non ha autorit
Il giorno dopo l'incorporazione della Valtellina e delle contee di Bormio e di Chiavenna nella Lombardia austriaca, che fu il 16 d'agosto del 1815, un bando novello del maresciallo Bellegarde annunziava ai Lombardi che, mossa dal sentimento di predilezione sempre mai dimostrato a' suoi Stati d'Italia, S. M. Imperiale e Reale erasi degnata di porre l'ultima mano all'adempimento delle benefiche sue intenzioni, formando coi detti suoi Stati un regno Lombardo-Veneto.
Si vuole il simbolo! Ebbene, nessuno può levarmi di testa che il simbolo, non è produzione artificiale, ma cosa che risulta da sè, senza intenzioni preconcette, quando l'opera artistica raggiunge le alte cime della vita.
Ma anche a proposito del Goethe, si può ripetere il motto del Taine: Non c'è altre tragedie greche che le greche! Non sarebbe qui inopportuno discutere le intenzioni del poeta. Ma a che prò?
»Noi ci affrettiamo a far conoscere ai popoli delle suddette province le graziose intenzioni di S. M., e siamo convinti che gli animi vostri saranno pieni di gioia nel contemplare un'epoca felice del pari che memorabile, e che la vostra riconoscenza trasmetter
Provocata a Bologna una tal riforma, e tolti a Pistoia anche questi alleati, se ne stavano i Fiorentini ad osservare gli andamenti de’ Pistoiesi, ma frattanto non si movevano. E forse a tali estremi non sarebber giunti o almeno sì presto, se inaspettatamente non veniva a morte in Perugia, avvelenato, come da molti si disse, il pontefice Benedetto XI. Egli era di mite indole, e uomo puramente di chiesa; e come sapeva le male intenzioni de’ Fiorentini verso Pistoia, aveva sempre interposto la sua autorit
E tin tin tin, ecco sfrenarsi pian piano la campanella dell'uscio; e da traverso l'uscio venire queste distinte parole: Su su! Apri, o mia cara, apri. Dormi tu, amor mio, o sei desta? Che intenzioni sono ancora le tue verso di me? Piangi o sei lieta? Oh cielo! Tu, Guglielmo? Tu... di notte.., cosí tardi?.. Ho pianto, ho vegliato.
E questo farebbe per farti essere giudice delle menti e delle intenzioni delle creature che hanno in loro ragione, la quale cosa, sí come Io ti dixi, solo Io ho a giudicare. Questa è una di quelle tre cose che Io voglio che tu abbi e servi in te: cioè che tu giudicio non dia alcuno senza modo, ma voglio che il dia col modo.
Espose esso le sue intenzioni circa alle persone a cui rivolgersi, ed ebbe in tutto l'approvazione del Serafini conoscitore esatto esso pure degli uomini e dello stato della Maremma.
Parola Del Giorno
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