United States or Paraguay ? Vote for the TOP Country of the Week !


Dall'anno 1530 fino ad oggi la storia delle inondazioni del Tevere è stata accuratamente trattata in relazione alle cause delle inondazioni stesse. Questa storia rappresenta la desolazione della citt

A Maurizio non piacevano i titoli; non gli piaceva nemmeno che per dargli del furbo o dell'ipocrita fosse usato quel nome. Sentiva del resto in quella locuzioni l'effetto naturale, inavvertito, della scuola a cui aveva imparato Gisella. Quello era di certo il linguaggio del conte Camillo, soprannominato il miscredente. Gl'insegnamenti sono come le inondazioni, che si sovrappongono e fanno sedimento; essi lasciano sempre un deposito di frasi negli orecchi più delicati. Quelle frasi riappaiono qualche volta, senza che però ci si pensi, o si dia loro importanza veruna; riapparendo, dimostrano quale sia stata la scuola. E andasse pur gesuita per ipocrita; perchè ipocrita, poi? forse era sinonimo di cauto? C'era nell'applicazione del vocabolo un'accusa di vilt

Questa alluvione precedè il più grande avvenimento dell'epoca, il ritorno dei papi da Avignone sotto Gregorio IX. Dal secolo XV, e precisamente dal 25 Novembre 1415, possediamo la esatta e completa serie cronologica delle inondazioni, fino ai nostri giorni.

Queste segnano per un caso assai strano, il sorgere e il cadere dello stesso papa, Pio IX, l'ultimo dei papi che ha governato Roma da monarca terreno. Quando avvenne la prima di queste inondazioni, il 10 dicembre 1846, erano passati solo cinque mesi dall'elezione di Mastai: il nuovo papa festeggiava i trionfi dell'amore e dell'entusiamo d'Italia, come non li ebbe forse mai alcun suo predecessore.

Col vi secolo dell'èra nostra cominciano, con alcune lacune, nelle cronache medioevali i racconti delle inondazioni. Una delle più terribili avvenne nel novembre 589, sotto Pelagio II, e fu seguita dalla peste. Gregorio da Tours l'ha descritta: in seguito ad essa caddero dalle fondamenta gli antichi granai dell'Aventino e molti edificii del Campo Marzio.

Il governo pontificio prese atto dei progetti, chiese consiglio a tutti i tecnici d'Italia, emanò editti e decreti, ma nulla fece di concreto, si ricorse perfino agli incantesimi piuttostochè alla scienza: Pio V fece gettare nel fiume un Agnus Dei di cera, e credette con questo di aver scongiurato definitivamente nuove inondazioni.

Questa terra meravigliosamente ricca, i cui immensi rinfranchi non possono apprezzarsi facilmente, superò senza troppi lamenti, sugli esordi dell'impero, tre cattive raccolte l'una dietro l'altra, il colera, varie guerre e inondazioni. L'agricoltura cavò, come è giusto, qualche vantaggio dal nuovo risveglio dell'ardore economico.

Quest’abitudine, divenuta sistema, era ordinaria e quasi comune. Vuoi per naturale ignavia, vuoi per carezzevole inclinazione alle beatitudini dei grandi centri, vuoi per difetto di sicurezza e di strade, essi abbandonavano a gabelloti i loro fondi. Li abbandonavano anche per altra ragione, o per altra serie di ragioni. Villani poveri, spesso impossibilitati a pagare, anticipazioni che occorreva far loro, lamenti sull’anno cattivo, sulle piogge abbondanti, sulle inondazioni devastatrici, sulle prolungate siccit

In nessun luogo mai la luna versa una così tenera e molle cenere violetta, per ammorbidire la lava ossificata delle case nere aggrappate ai miei fianchi. In nessun luogo mai la luna ha così commoventi inondazioni d'estasi o di luce sulle incisioni dei sentieri fatte dal mio fuoco chirurgo.

Livio dice più di una volta che queste inondazioni, ai tempi della Repubblica, spargevano un vero terrore nel popolo e riporta che per l'espiazione si consultavano i libri della Sibilla e venivano ordinati pubblici sacrifici e preghiere. Sotto l'imperatore Ottaviano il fiume visitò nuovamente la citt