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Il successore di Cesare, Augusto, riprese ad occuparsi della questione del Tevere, ma in proporzioni più modeste. Egli nominò una Commissione di più che 700 tecnici, ma non ne risultò che un ripulimento del letto del fiume, e la creazione di una magistratura permanente i: curatores alvei et riparum Tiberis. Augusto stesso coprì questa carica, ed Agrippa fu Curator Tiberis a vita.

I tecnici si erano mostrati contrarii alle proposte di arginare le rive del fiume, dare un'altro sfogo ai canali di scolo della citt

Finalmente, nel 1782, il corpo degli ingegneri militari cominciò a contare qualche ufficiale ritenuto capace di disimpegnarne gli uffici. Ma siccome quel numero era pur sempre esiguo e di gran lunga inferiore all'organico, così si adottò un servizio promiscuo tra gli ingegneri militari ed i colleghi ingegneri ai confini, una specie di compromesso tra i due corpi tecnici veneti.

Il governo pontificio prese atto dei progetti, chiese consiglio a tutti i tecnici d'Italia, emanò editti e decreti, ma nulla fece di concreto, si ricorse perfino agli incantesimi piuttostochè alla scienza: Pio V fece gettare nel fiume un Agnus Dei di cera, e credette con questo di aver scongiurato definitivamente nuove inondazioni.

"Quanti tecnici hanno esaminato, studiato, discusso in ogni sua parte, dirò in ogni sua latèbra il grande nostro progetto, hanno dovuto convincersi, si sono convinti, esser d'uopo, più che altro, di utilizzare i canali esistenti, di riattivare le condizioni di navigabilit

A rimuovere l'anzidetto inconveniente prego V.E. a voler ordinare un'ispezione di tecnici a detto locale e ad autorizzare intanto con equo assegno il dirigente ufficio ad acquistare e a mantenere due gatti comuni. Con profondo ossequio. Il direttore PASQUALIGO All'Eccell. Ministro delle R. Poste Roma R. MINISTERO DELLE POSTE e dei r.r.

Come ufficiale di cavalleria, aveva preso parte al combattimento di Montebello, che viene giudicato dai tecnici il primo scontro importante del 1859; e terribile, perchè secondo alcuni autori, met

"Ma per compiere questa trasformazione della carta idrografica dell'Alta Italia occorrono, voi mi direte, prodigi, secoli, milioni! No! Quanti tecnici...." A questo punto fu il piccolo Calca e i suoi amici, che imposero altezzosamente il silenzio: pareva che i "tecnici" fossero loro.

Dal 1870 la letteratura relativa al corso del Tevere si è considerevolmente aumentata. Da quell'epoca sono stati pubblicati più di 80 nuovi scritti, sul problema del Tevere, da ingegneri, tecnici, professori di matematica e di scienze naturali. A questi studî zelanti non fu estraneo Garibaldi che si interessò sempre della questione; e questo è gi