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«Che ti giovar gli stolidi Del Nazareo costumi? Se brami scampo, ossequio Presta ad Augusto e a' numi: Mira per quei che agl'idoli Incenso negan dar, Mira i parati eculei, Mira i flagei d'acciar». Non si smentì nell'ansia Della terribil ora; Mostrò come un Apostolo Opri, patisca e mora: Al giudice, a' carnefici Perdono oppose e amor, Ed il sublime esempio Nobilitò altri cor.

POLINICO. Amore è simile al foco che, postovi sopra zolfo o altra trista cosa, amorba l'omo. LIDIO. E, postovi incenso, aloe ed ambra, fa pure odore da resuscitare morti. FESSENIO. Ah! ah! Col laccio che fece resta preso Polinico. POLINICO. Ritorna, Lidio, alle cose laudabili. FESSENIO. Laudabile è accomodarsi al tempo. POLINICO. Laudabile è quel che è buono ed onesto.

Se de la patria il giovanile e fresco disìo sale al mio cor come un incenso, tutta bianca nel sole io ti ripenso, piazza di San Francesco. Cresce fra le tue pietre, o solitaria, tranquilla l’erba come in cimitero.

Sembrava un richiamo, un invito dolce e sommesso, una tacita preghiera, un incenso d'amore, di pace, di perdono. Con uno sforzo violento M

Io salgo sempre più in alto, da gradino a gradino, come si sale una scala gigantesca. Non vedo più la linea tenue dell'orizzonte.... Il mar turchino s'è inalzato per unirsi al cielo turchino, formando il fondo d'un vaso immenso e liscio da cui lentamente io vaporo come un incenso. La squadra italiana.

Scelsi a casaccio, diedi l'indirizzo, e me ne andai presto, fuggendo quei profumi che mi sonavano intorno una nenia da funerale, o parevano elevarsi a nembi di sinistro incenso.

L'incensata, questa volta, giungeva troppo diritta; ma non era altrimenti sgradita. Certuni pensano che debba riuscire molesto ad un valentuomo il vedersi rompere quasi il turibolo sul naso; ma costoro, a nostro credere, non pongono mente che l'incenso è sempre incenso, comunque si dimeni il turibolo, e che non v'ha uomo così ottuso di nari che non senta nel fumo il profumo.

Se tu ne manchi, Cedono i fianchi, cedon le braccia, E nella macina il cor si schiaccia." Così risonano nel rombo immenso Del giorno e salgono, monache pie, De' nuovi tempi le litanie In mezzo a nugoli di nero incenso.

Ma io ho spinto più oltre la rettorica menzognera. Ho espresso degli entusiasmi per le statue di Fidia e di Prassitele... ho arso il mio granello di incenso al genio di Zeusi e di Apelle... Li avete visti mai, questi insigni capolavori dello scalpello e della tavolozza degli artisti greci? anche in sogno. Come avvenne che spesso li abbiate ricordati ed ammirati con tanto entusiasmo?

Ma tributate e vigilie e incenso anche a tutti gli altri begli altari che i poeti in ogni tempo e in ogni luogo innalzarono alla natura. E quantunque a rischio di lasciare qualche nella dimenticanza e i volumi dell'antichitá e i volumi de' moderni, traetevi ad esaminare da vicino voi stessi la natura, e lei imitate, lei sola davvero e niente altro.