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Aggiornato: 9 maggio 2025
E' penetrò in seguito nel boudoir, e baciò la sua amica. Ebbene, ch'avete voi dunque, bella incantatrice? dimandò egli. Un novello accidente di maternit
La saggia incantatrice, la qual messo freno e sella a uno spirto avea quel giorno, e l'avea sotto in forma di ronzino, trovò questo figliuol di Costantino.
Ella posa jeratica, i severi occhi rivolti al cielo. Oh, dal felice regno del Sogno valga a richiamarvi la mia voce, divina incantatrice! I miei Desiri, cupidi sparvieri, vagavano pel cielo aperte l'ale e latrando i Peccati, agili e neri veltri, pel prato fiorito e fatale tendevano alla magione dei Piaceri.
Soperato dunque e vinto finalmente dal fugace desio, vágli impetuoso drieto, dovunque la falsa incantatrice, losingando, a sé in guisa di calamita lo smarrito animo tira, passando tutta fiata per sogni, chimere ed amorose favole, quali sono le «fizzioni macaronesche», come gli appellano, di Merlino, li sonetti, ed altre assai vane frascuzze, per signar il tempo da la giovenezza inutilmente trapassato, in fin che poi nel laberinto di qualche travaglio si ritrova essere: cosa che 'l piú de le volte dopo gli piaceri sòle a gli gioveni accascare.
Tali furono, sempre, le amarissime vittorie di Clara; e procedendo oltre, il combattimento fu diversamente aspro, con forze maggiori o minori dall'una parte e dall'altra, ma concedenti sempre il più triste dei trionfi al soldato più energico e più ardente, più abituato alla guerra dell'amore, più multiplo nelle sue risorse di attacco e di difesa. Giacchè appena Giovanni Serra si allontanava da Clara, dalla sua casa, dal cerchio magico in cui ella lo rinserrava, rinasceva in lui il desiderio della fuga ultima, della liberazione. Quando ella non era presente ed egli non ne vedeva le grazie delicate, e la novissima incantatrice dolcezza, e tutta la seduzione muliebre potente, Clara gli appariva come l'aveva sempre considerata, da dieci anni: una donna attraente, perfida e fallace, a cui egli aveva gittato inutilmente il suo cuore e per la quale aveva perduto ogni fede in sè stesso e nella vita. La figura di una creatura quasi mostruosa, senza piet
A rsi, alsi di ghiaccio e fiamme dire, T al che 'l dolce al fin divenne amaro. I mperò ch'una Laura sozza e lorda, N efanda, incantatrice, invidiosa E ra del nostro amor la lima sorda. S orda lima costei fu senza posa, S enza quiete mai, del dolce nodo, E bra sol di spuntar col chiodo il chiodo. Clavus clavo extruditur. T ant'ella fece, ch'io nel fin m'accorsi O mbrosa esser cotesta ria cavalla.
39 quella benigna e saggia incantatrice, la quale ha sempre cura di costei, sappiendo ch'esser de' progenitrice d'uomini invitti, anzi di semidei; ciascun dì vuol sapere che fa, che dice, e getta ciascun dì sorte per lei. Di Ruggier liberato e poi perduto, e dove in India andò, tutto ha saputo.
I ntendo l'occhio a chi la fea gridare: A hi! ch'io la riconobbi, ahi! cruda ed empia L aura maligna, incantatrice e maga, V enefica non men di Circe fiera, P utta sfacciata, vecchia, il cui fetore V olgea gli uomini in bestie, augelli e serpi, S tringendo ai carmi soi l'altrui costumi. F úlica su pel monte ansando scampa, L o qual non piú vedere i' puoti mai.
Donna Livia, continuò l'ufficiale, non vi offendete, mai vi avrei riveduta.... però a voi ho pensato sempre.... Siete la donna, che amai sopra tutte.... Di voi serbai una memoria incantatrice.... Tacete, tacete.... Ve lo dissi, tutto è finito.... Voi voleste vedermi per giustificarvi, ed io per ottenere da voi una promessa! Quale? Che non vi batterete col duca.... Federico esitò.
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