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Io pensai, in quel momento, alla storia del Thiers, e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa di Saragozza mi destò un sentimento di sdegno. Non una parola generosa per la sublime ecatombe di quel povero popolo! Il loro valore, per lui, non è che fanatismo feroce, o vana manìa guerresca di contadini stanchi della vita uggiosa dei campi, e di monaci ristucchi della solitudine della cella; la loro eroica ostinazione è testardaggine; il loro amor di patria, orgoglio stolto. Essi non morivano pour cet idéal de grandeur che animava il coraggio dei soldati imperiali! Come se la libert

Esser pöeti è tentar l'ocëano Della vita; è svelarlo; è, ansanti, correre Dietro un caro idëal.... cui non si crede! È comprender del tutto il nulla arcano, E, d'ogni cosa quaggiù disperando, Trovare ancora entusïasmo e fede Per vivere cantando.

E quando la fanciulla seduta al pianoforte, cantando e accompagnandosi, cominciò colla voce calda di contralto: "Caro ideal.... torna a sorridermi ancora...." il Casalbara in estasi, gongolante, cominciò a cantare anche lui, colla vocetta tremula da pecora: "Ca-a-a-ro ideal.... Caa-a-ro ideal...." mentre col palmo della mano si faceva un po' di massaggio al ginocchio reumatizzato.

Il Casalbara, diventato violetto, soffocava.... Era stata l'impressione del primo momento; poi ricominciò a respirare e ripigliò il canto, sebbene colla voce più tremula e più sottile: "Torna, caro ideal, torna un istante A sorridermi ancora...." Quando il Casalbara andò dalla Schönfeld, anche questa era appena alzata: fu ricevuto nella camera da letto, dove la cantante stava pettinandosi.

Era cessato il mal di cuore: era una bella giornata; erano scomparsi anche i reumi, e mentre Andrea, il vecchio servitore, ammesso ai segreti de' suoi amori e de' suoi cosmetici, gli cingeva attorno alla vita la fascia a maglia, con gli ossicini di balena, il Casalbara, tutto rapito coi pensieri dietro alla bella fanciulla, canticchiava "il caro ideal."

Per tutto ciò che nasce, per tutto ciò che spera, Che fra le nubi e l’alme solleva una bandiera, Che ride a un ideal, Che su la terra come foco d’incendio splende, Che pugna e che trionfa, si spegne e si raccende, Fato, mi vo’ immortal!

Ma dimmi: L’ansie, le battaglie e gl’impeti Sai tu d’un ideal che mai non langue? Sai tu che sia soffrir?... Che ti val la tua forza ed il tuo sangue, L’anima tua, la mente, il tuo respir?... Hai lavorato?... Le virili insonnie De la notte in severe opre vegliata, Di’, non conosci tu?... A qual fede o vessillo hai consacrata La tua florida e bella gioventù?... Non mi rispondi.... oh, vattene.

Noi lo cercammo un ideal di fede, Ed esso ci ha traditi. Noi cercammo l’amor che spera e crede, Ed esso ci ha traditi. Noi l’oprar che rigenera e rafforza Cercammo, e ci ha respinti. Ov’è dunque la speme?... Ove la forza?... Piet

Il duca, tremante, balbettante, le corse dietro: "Stella!... Stella!... Regina!" ma sentendo i passoni gravi dello zio Matteo, si avvicinò subito al pianoforte, esclamando, colla voce stonata per l'orgasmo, per l'eccitazione: "Oh, l'Ideale! Ca.... aro ideal!... Proviamo un pochetto d'ideale!" Dopo il caffè, figliuoli miei! Dopo il caffè!

Cerchi forse la pace?... O il glacïale Rude schiaffo dei venti? Nulla qui, nulla a soggiogarti vale? Che temi tu, se al buio ti cimenti? Di che razza sei tu, se non t’adombra Il velame dell’ombra? Nata alle aurore fiammeggianti e ai voli Dell’aquila fuggente, Nata a le vampe dei bollenti soli Sovra gli aurei deserti d’Oriente, Fra ciniche bestemmie e stanche fedi Un ideal tu chiedi!