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Aggiornato: 17 giugno 2025
Slegai la fanciulla svenuta, la presi nelle mie braccia e la portai accanto ad una corrente che non era lontana, spruzzai con acqua fresca quel volto d'angiolo, ch'io tengo qui scolpito nell'anima mia ed essa rinvenne. Rinvenne, mi strinse la mano in segno di gratitudine guardandomi commossa, esterrefatta. Da quell'istanze fu deciso il destino della mia vita, ed io amai Alba come si può amare la divinit
Avete permesso d'armi? Sissignore. Mostratemelo. E perchè no. Me lo levai di tasca e glielo detti. Lo lesse guardandomi di quando in quando come se volesse farmi il ritratto: poi approvò col capo, e me lo restituì. Avete visto briganti?
Essa alzando gli occhi, e guardandomi in faccia apertamente, mi incoraggiò con uno sguardo che voleva dire: Vi amo! Io le risposi con una di quelle occhiate che non lasciano dubbio, che si leggono a prima vista anche dagli analfabeti, e che significano chiaramente: Vi adoro!
Giuliana interruppe, guardandomi con un sorriso stanchissimo: M'ha ascoltato il cuore. E bene? io chiesi, volgendomi subito al vecchio. Mi parve di vedergli passare su la fronte un'ombra. È un cuore sanissimo rispose subito. Non ha bisogno che di sangue.... e di tranquillit
Il povero Battista fu talmente commosso di queste mie parole, che lì per lì divenne rosso e smorto, balbettò un ciao te ringrassi, mi prese la mano nelle sue, me la dimenò un pezzo, schiacciandola come una spugna, guardandomi con due occhi pieni d'acqua. Dopo aver inghiottito mezzo il pomo d'Adamo, uscì a dire con voce romantica: Se sapessi come ci vogliamo bene!
Un silenzio grave piombò nella camera non appena, finita la lettura, Pietro ripiegò il foglio e lo rimise nella busta. Lidia ed io avevamo compreso che la lettera lasciava tranquilli i signori Folengo; onde ella, prima colle braccia stese e chiuse fra le ginocchia in atto d'angoscia, sollevò la testa guardandomi: io restai muto ad aspettare. Ebbene? cominciò mia suocera.
Un giorno me ne tornavo a casa colla Veronica, mentre rientrava la contessa Savina. La Veronica volle ch'io baciassi la mano alla signora quando discese dalla carrozza. Avendo udito chi fossi, mi diede un bacio e mi accarezzò lungamente i capelli, guardandomi con bont
Tra quell'armeggiare letterario, io non dimenticavo lo scopo mio e andava guardandomi attorno a vedere s'io potessi trovare uomini capaci d'avventurarsi all'impresa. Serpeggiavano tra noi voci vaghe di Carboneria rinata, d'un lavoro segreto comune alla Francia, alla Spagna, all'Italia.
Mi voltai. Ella stava guardandomi col mento appoggiato alle mani incrociate; era accesa in volto ed aveva gli occhi gonfi. Mi baciai una mano poi vi soffiai sopra per mandarle il bacio. Ella volle sorridermi, ma le lagrime tornarono ad empirle gli occhi. Allora le dissi: Cantate, Fulvia; venite a cantare.
Sorrise, guardandomi fisso, quasi avesse indovinato che quella mano compiva un atto insolito e avesse voluto mostrarmi che lo gradiva. Povera piccina! mormorò Fausta, mentre mi allontanavo temendo che ella non sapesse contenersi. Paventavo una scena alla presenza di mia madre.
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