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Aggiornato: 11 giugno 2025


Si mangiava in silenzio quando Anne-Marie chiese a sua madre: Che cos'è questa cosa marcia che mangiamo? Zitta, cara, disse Nancy. E' buonissimo. E' stufatino. Cos'è il stufatino quando è vivo? chiese Anne-Marie. Nancy sorrise, e la fossetta le si incavò rosea nella guancia.

Poi qualche cosa le sgorgò caldo e salato sulla guancia, e le sgocciolò in gola. Qualcuno era lei? si strozzava, soffocava... poi d'un tratto nella stanza c'era un dolore, un dolore stridente, lancinante, spaventevole. Una voce d'uomo diceva: Lasci stare, lasci stare. Non serve. Guardi qui. E ancora Valeria sentì che le voltavano il capo; e poco dopo un crepitìo, come se le tagliassero i capelli.

«Lina» disse Marzia, «la porterai in memoria mia, questa collana, dono di mia madreed una lagrima solcò la guancia della sofferente, che per un pezzo, non potè articolare altra parola. «La porterai dovunque, non è vero? e sempre, anche sui campi di battaglia, ove ti toccher

Lo aveva abbandonato e trascurato per andar con Nancy a cogliere le primole nei boschi; con Nancy, di cui l'amore era l'amore proprio all'infanzia: il cieco e chiaroveggente amore che non deriva dalla morbidezza d'un ricciolo, dal roseo d'una guancia, dallo sfavillìo d'un sorriso.

Quando furono nel coupé riservato del treno diretto a Como, Fulvia, che sembrava stanca, si coricò su i cuscini, appoggiando la testa al petto di Paolo, e parve s'addormentasse; non dormì però mai. Egli si chinò una volta verso di lei e la baciò leggermente su una guancia, ma Fulvia non fece un movimento, non aperse neppur gli occhi.

Insulti però alle donne non se ne fecero, e se qualche giovinastro un po' scapestrato si accingeva a passar la mano sulla liscia e rosea guancia dell'appetitosa favorita del prelato, i più attempati e serii dimostranti li rimproverarono aspramente.

La donna, nella camera funerale, rendeva alla salma della padrona gli estremi pietosi ufficii prima che la trasportassero via: lavata la fronte e la guancia sanguinosa, ricomponeva i capelli, incrociava le mani sul seno, intrecciava alle dita la corona del rosario. La poveretta non vedeva ciò che faceva, così fitto velo di lacrime le appannava gli occhi. Vicino a lei la baronessa di Börne si dava ancora da fare, zelante e loquace: quando la familiare fu chiamata di l

Oh Lucilla, è una bugia interruppe Roberto seguendo con lo sguardo una lagrimetta che le colava giù per la guancia. Cosa c'è'?... Non è vero, non piango ella rispose. Anzi, , piango, ma di rabbia.... Va via, sei cattivo. E intanto altre lagrime più grosse le rigavano il viso.

Sulla scena la Marini ride, folleggia, freme, ama, singhiozza, agonizza: e lassù quelle quattro fanciulle sono attente, commosse, trasportate; questa impallidisce, una diventa rossa, un'altra fa il viso serio e stringe le labbra come un fanciullo che abbia bevuto un vino troppo forte; all'ultima scorrono le lagrime e sono ribevute dalle guancia accaldate.

Bruno, immobile tra le braccia dell'amica, con la testa appoggiata alla guancia di lei, volse gli occhi a guardare in silenzio. Su! fece Nicla, reggendolo dolcemente. A cuccia ancora! Torniamo a casa! Egli s'acquattò di nuovo ai suoi piedi. Incontrarono la goletta a met

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