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Aggiornato: 28 settembre 2025


«'Legrìa» era un uomo di mezzana statura, colla fronte piuttosto alta e bianca, con pochi capelli chiari, cogli occhi grigi, vivi, pieni di bont

La bestiola, di sotto l'arco della finestra, non vedeva che i muri grigi del cortile dagli angoli ch'erano scale di polverose ragnatele, da' buchi neri che a notte diventavano case di nottole.

Uno strano rammarico mi pungeva, ora che l'inferma andava di giorno in giorno migliorando. Mi si moveva in fondo al cuore un vago rimpianto verso i tristi giorni grigi passati dentro l'alcova, mentre giungeva cupa dalle campagne autunnali la monotonia della pioggia. Quelle mattine, quelle sere, quelle notti, benché penose, avevano una loro grave dolcezza. La mia opera di carit

Aveva statura giusta, fronte spaziosa, barba e capelli appena brizzolati, occhi da miope, grigi, intelligentissimi... Ah quegli occhi quante cose dovevano aver visto, quanti segreti dovevano aver penetrato! Ritto dinanzi alla sua cliente, egli la interrogava con lo sguardo. Ella, turbatissima in quell'ora decisiva della sua vita, aveva come paralizzata la lingua.

E tu lo sai! Tu che più di tutti ti accanivi contro chi tentava difendermi! Belcredi. Oh, via, per ischerzo! Enrico IV. E guardami qua i capelli! Gli mostra i capelli sulla nuca. Belcredi. Ma li ho grigi anch'io!

Ella sollevò lo sguardo tremulo e mi fissò intensamente. Molte parole non sarebbero riuscite ad allacciare i nostri pensieri; quello sguardo . Mi prese la mano e la baciò mentre io le rendevo il bacio sui suoi capelli grigi. In quel mese di luglio, mio cugino si lasciò vedere poco, ma la casa restava anche in sua assenza piena di lui. Per il solo fatto di esserci stato Egli vi era.

Stava Malgigi assai mal di vestiti, la barba ha lunga, e non pel suo mestiero, ma perché non aveva veramente da pagare il barbier facilmente. Per dirvi come fosse Malagigi, guercia avea guardatura e faccia nera. Benché avesse i capelli mezzi grigi, gli teneva in coltura con la cera: la polver confondea da' neri a' bigi.

A poco a poco il cortile si era vuotato. Ora un'improvvisa calura sciroccale umida e greve occupava l'aria. Il sole scottava. In quello spiazzato irregolare, rinserrato da muri grigi, alti e interrotti da linee non simmetriche di finestre e di poggiuoli, la luce pioveva come in un pozzo e vi si raccoglieva pesantemente. A uno de' poggiuoli era seduta una reclusa, incinta, e rammendava un panno bianco che le si distendeva sul ventre rotondo e gonfio. Guardava abbasso, di volta in volta, e poi levava un lembo del panno per passarlo e ripassarlo sulla fronte sudata. Due altre donne, affacciate alla finestra accanto, chiacchieravano, e una fumava una sigaretta e sputava continuamente sotto, su un mucchio di calcinacci. E passavano e ripassavano dietro alle altre finestre altre recluse, e attraversavano corridoi e dormitorii, dai quali usciva un confuso vocio, uno strepito di voci discordi e di risate, un fracasso di porte e di vetrate sbattute. Nella infermeria, i cui quattro poggiuoli stampavano sul bianco muro rivolto a mezzodì il vivace colore de' loro stipiti dipinti di verde, una suora gi

I suoi grandi occhi grigi, a filetti azzurri, potevano assumere a volont

È chiaro. Lo capite anche voi. Diavolo! Picchiano: fatemi il favore d'aprire. Entrò il calzolaio: un gobbetto coi capelli grigi e il naso a becco. Scusate, dissi al barbiere, non posso rimandarlo indietro; bisogna ch'io mi misuri un paio di stivaletti; mi spiccio in un momento. Faccia pure. Gli stivaletti andavano. Quanto volete? domandai. Diciotto lire. ....Son carini. Non è vero?

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