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Aggiornato: 12 giugno 2025


E l'obbediva, se non che ad un tratto sente gridare per ogni parte: «Ferma! ferma!» e il rumore di una moltitudine che si muove gli percuote l'orecchio; alza la faccia, e vede superate le lizze, valicate le fosse, ed una calca di gente stringersi in cerchio intorno di lui. «Che è questodomandava al compagno.

Allora Ernesta si sentiva voglia di correre a spalancare le finestre, di lasciar entrare l'aria, la luce, i canti semplici, e di gridare alle innocenti creature la buona novella... Silenzio!... Bisogna star paghi alle visioni della cameretta, al tranquillo tripudio del cuore. Un giorno ancora!... Silenzio.

Non egli, che non mi cerca adimanda l'aiutorio e providenzia mia se none in colpa di peccato, in delizie, ricchezze e stati del mondo: ma l'amore mi costrigne, perché v'amai prima che voi fuste; senza essere amato da voi, Io v'amai ineffabilemente. Essi mi strengono con le lagrime, umili e continue orazioni. Chi gli fa gridare?

Lo si trattò veramente a guisa d'un precursore: e quale precursore fu mai trattato bene? Si battagliò intorno al libro con una passione e un vigore che oggi i critici non hanno più. In una sola cosa furono d'accordo coloro che giudicavano sui giornali: nel gridare al pericolo delle imitazioni, le quali avrebbero precipitato la letteratura in un abisso di follia. Avancinio Avancini, chiamando l'autore di Roberta palloncino gonfiato (Risveglio Educativo, 12 giugno 1897) e pur non negando che nel cervello di lui una certa dose di fosforo ci fosse, alzò la voce perchè la tesi di Roberta era immorale: e «questo precursore del secolo ventesimo» diceva «nasconde sotto l'artifizio retorico una grande povert

L'accusato diventa rosso, non sa come scusarsi, poi, volendo in qualche modo attenuare la sua colpa: «Signori, esclama con voce commossa, li prego di perdonarmi, io sono pizzicagnolo di professione. Passeggiavano due amici, Pietro Migliara e Giacomo Stellero, fuori di Porta Nuova a Milano, in vicinanza del Naviglio. Improvvisamente odono gridare: soccorso! Che sar

Il giorno che rientrammo qui, dopo tutte le cose tristi che sai e che non sai, Bandino non si teneva dall’impazienza. Sandro il fattore andava innanzi ad aprire gli usci. Non si guardava nulla. Ci s’affrettava. Si riconosceva ogni stanza all’odore, o al pavimento, o all’aria più fredda più calda, o a una soglia, a uno scalino. Quando s’entrò nella Cappella, io andai a gittarmi su la lapide ma Bandino salì subito all’organo. Sentivo sopra di me scricchiolare il legno, ronfare i mantici, gemere i registri; e pure non sapevo se la voce dovesse venire dall’alto o di sotterra, tanta era l’angoscia del mio cuore. Gli attimi parevano eterni. Mi veniva l’ansia di gridare: «Parla! Parla!». Ah, non ti so dire. Certo le dita di mio fratello vacillavano, e il suo petto era senza respiro. Allora fu, d’improvviso, come una lacerazione.... Non era la voce attesa, era un’altra! Anche l’anima dell’organo era sconvolta, sfuggiva, non obbediva più. Singhiozzavo sola su la pietra, e udivo mio fratello singhiozzare contro la tastiera; e non v’era più che quel pianto, l

Clelia Carsanti Clelia Bada: chiamo gente!... mi metto a gridare dalla finestra! Carsanti Clelia Carsanti Clelia Carsanti Clelia Me ne vado! Carsanti Giacomo Carsanti Giacomo Carsanti Clelia Lasciatemi! Lasciatemi! Lasciatemi! Giacomo Camera raccolta, modesta e pulita, senza tappeti, senza tappezzerie. Qualche poltrona di tela-pelle, altre suppellettili vecchie ma decenti.

E lei non vuol morire di veleno di pugnale... E vorrebbe gridare, chiamare aiuto; e urta agli usci chiusi a chiave, e picchia alle imposte delle finestre inchiodate... e perde la parola e muor di terrore davanti all'inesorabile marito, che l'ha condotta in una villa lontana!... Dove ho letto questo? O dove l'ho veduto rappresentare?... È strano! È strano!

Poi, ad un tratto, al disopra dei nostri pallori le lampade elettriche brandivano i loro cuori bianchi, tenendoli stretti fra dita di ferro, così da farli gridare, spumanti di latte azzurro... Oh! poveri cuori feriti delle lampade elettriche... Oh! cuori di fuoco, contusi, spasimanti per mille dolori, sotto mille pugnali indifferenti e placidi, pugnali arroventati!...

Oh Dio!... Oh Dio!... vogliono assassinare mio marito!... si mise a gridare la signora Pasquetta, che fino a quel momento aveva assistito a quella scena, muta e sbalordita... Oh Dio! Gaspare... per amore del cielo... oh Tobia!.. calmateli, fate la pace....

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