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Nelle prime ore d’una uggiosa giornata, si presenta torvo in viso al suo nobile debitore, il quale dormiva tuttavia la grossa. «Eccellenza, gli dice con aria di mistero e di disperazione, stanotte, tentato dal mio maligno genio, ho giocato, e perduto dugent’onze. Io non ho come pagarle...; vengo da V. E., non a riscuotere il mio credito, ma ad implorare un aiuto...».

La sua condizione è palese; ha giocato, ha perduto; ha perduto Costanza, la stima d'altrui e di stesso, il diritto di lasciarsi amare dal vecchio babbo e dalla sorellina, la fede nell'avvenire; era questa la posta, egli lo sapeva ed ha giocato ed ha perduto.

Non mi ricordo nemmeno tutto quello che ho fatto; so che ho giocato, ho ballato come una disperata, ho assistito ad una rappresentazione di burattini; figurati che Arlecchino voleva far da maestro agli altri, e intanto diceva una quantit

Egli non ha visto mai tanto denaro in una volta, nemmeno sul tavoliere, dove pure ciascuno aveva sulle labbra parole infinitamente più grosse di quel capitale. Anch'egli ha giocato una parola, una parola piccina al paragone, ed ora deve pagare a contanti. Cinque mila lire! Quanto è facile perderle, e come dev'essere faticoso il guadagnarle!

Carmela nel suo isolamento aveva un solo amico: il figlio d'una vicina che abitava nella stessa viuzza, e che da bambino aveva giocato assieme a lei coi gusci d'ostriche. Egli si chiamava Gennaro, e quando sapeva che la signora Anna era uscita, andava dalla Carmela a raccontarle i piccoli avvenimenti della sua scuola, le parlava dei compagni, dei suoi divertimenti, della campagna, del mare e delle rappresentazioni di Pulcinella, alle quali assisteva spesso, ed essa stava l

Io ho giocato e ho fatto dama; ma voi... dove avete la testa? Signora Renzi Via, non vi arrabbiate. Brambini Provvisoriamente, vi mangio due pedine e vado avanti. Beatrice Bartolomeo Mi sono ammutolito perchè con voi non c’è mezzo di spiegarsi.... Dovreste intendere che se don Bartolomeo parla, ne ha le sue buone ragioni.

L'annunzio del grave avvenimento fu come lo scoppio d'una bomba in casa Bollati. Di così grosse Leonardo non ne aveva fatte mai, aveva mai recato un impiccio simile alla famiglia, neppure quella volta dello scandalo in giardino. Come immaginarsi che quel ragazzo si incapricciasse della Fortunata, una giovinetta senza forme e senza colore, che aveva diciott'anni e ne mostrava sedici, e con la quale egli aveva giocato alla bambola? E per peggio, il diavolo ci doveva metter la coda; anche un bimbo in prospettiva ci doveva essere! Gi

Ma , il viatico del Casino. Se Monsieur ha giocato e ha perduto, l'amministrazione gli render