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Aggiornato: 27 giugno 2025
Tra la lotta malsana dei piaceri, In quella gara delle immonde brame, Null'altro egli sentiva che la fame E non avea ne sensi nè pensieri. Gli diedi una moneta e domandai Più con lo sguardo assai che con un motto Come si fosse in tal stato ridotto, Per qual sequela di sventure e guai.
La ricchezza, gli onori, il credito, la supremazia, la gloria, e perfino gli stessi allettamenti sensuali e sentimentali dell'amore sono, è vero, i miraggi luminosi che ingannano la credula e ristretta ragione degli uomini, affaccendandoli tutti quanti in una gara sfrenata per impossessarsene; in verit
Aperte le ville, aperti e addobbati gli alberghi, popolato il lago di barchette, rallegrata l'aria dal suono delle bande che i vari paeselli mandavano a gara, gi
E tanto più era bello a vedersi in quanto c'era una certa gara tra que' cavalieri francesi, che mai non volevano star sotto, e in quell'occasione ambivano ancor più di farsi ammirare e di imporre altrui colle apparenze della ricchezza.
Di che esse, non appena richieste, fecero a gara per compiacerlo. Ma una fra le altre, Maria, la fantesca di Selvaggia, più aggraziata e più franca, gli si fece dinanzi, e sollevatogli con bel garbo sul suo braccio il brocchetto gi
La settimana che precedette alle Regate furono per Regina giorni di trepidazioni e di pensieri. Amedeo aveva accettato di entrare nella gara dei battellieri e di rappresentare con Tremezzo anche gli altri paesi minori, che stanno ai piedi del monte Crocione e tutto lasciava sperare ch'egli avrebbe battuto questa volta quei di Dongo, che da tre anni portavan via la bandiera.
Chi ora io sono, è cosa vana il dire: fragile donna che se stessa ascolta vivere, con un’ansia avida e stolta di saper ciò ch’è in fondo al suo soffrire. D’antiche vite istinti e forze varie si raggruppano in me, s’urtano a gara: aspra t’incidi sulla bocca amara, o ambigua lotta d’anime contrarie!... Ho cent’anni, ho mille anni. La mia vera faccia, il mio vero cuore io non li so.
Giovanni Passano, al suo smontar da cavallo nel cortile della Gioiosa Guardia, fu accolto a festa dai suoi vecchi compagni d'Haiti e della Giamaica. Che buon vento vi porta? gridavano a gara, stringendogli la mano. Finalmente! Bisogner
Era bello, veder la gara di questi valorosissimi attribuendosi l'un l'altro il merito d'una splendida campagna, in luogo di scendere a basse gelosie. Tale è l'indole del vero merito, della vera bravura. E la modestia che adornava questi militi del diritto è certamente il più bel elogio dell'essere umano.
Bisognava dunque rispondere a quelle reiterate preghiere, a quelle istanze continue, che venivano a gara da Modena e dai monti Reggiani. Che altre ragioni si trovano? diceva il signor Francesco. Perchè gi
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