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Aggiornato: 14 giugno 2025


Meno di tre anni dopo, il matricolato furfante, il Casanova della Sicilia, tentato dalla Lorenza, desiderosa di ritiro e di pace, rientrava in Roma. Fosse in lei stanchezza o paura, fosse debolezza o, come parrebbe, perfidia³⁵⁵, egli veniva arrestato e condotto nelle carceri del S. Uffizio al Castello S. Angelo.

GULONE. La mia lingua mai offese alcuno. PARDO. Hai la lingua doppia come quella delle serpi, che punge e avvelena; però sparisci via, assassin, furfante. GULONE. Avete potestá dirmi quel che volete, perché vi son schiavo. Morrei piú tosto che restar di non mangiar teco, e ci mangiarò oggi a vostro dispetto. PARDO. T'ho detto che sei un furfante. GULONE. Ed io vi dico che sète uomo da bene.

Furfante! diss'egli, aggrottando le ciglia o ingrossando la voce. Così hai risposto alle mie amorevolezze per te?

Del resto, quanto son simili a noi! A sentir parlare il popolo di politica, par d'essere in Italia; non si discute, si sentenzia; non si censura, si condanna; ad ogni giudizio basta un argomento, e per foggiare un argomento basta un indizio. Il tal ministro? Un furfante. Il tal altro? Un traditore.

E quell'ipocrita, nemmeno! Addosso all'ipocrita! Infatti, che cosa significava quel davanzale ornato di fiori fin dai primi giorni della sua dimora lassù? Mirava ad attirare gli sguardi della signora, il furfante. E poi, quell'essersi rimpannucciato d'improvviso! Era perfino diventato bello. Lui, Filippo Bertone! C'era da crepar dalla rabbia.

Con apparente attenzione il Cardinale parve intento alla lettura, quindi ripiegato il foglio sclamò: "Ah siete voi signora!" e il furfante si dirigeva ad Aurelia, come se le altre due non le avesse conosciute, "siete voi la moglie di quel Manlio che si permette tener nascosti in casa i nemici dello Stato e di sua Santit

GUGLIELMO. Sian benedetti i cieli che mi vi tolsero dinanzi, ché mi avevano stracco con non so che vignarolo o che argento! Tic toc. ARTEMISIA. Chi batte, olá? GUGLIELMO. O Artemisia, figlia cara, aprimi, che sii tu benedetta! ARTEMISIA. «Figlia cara», dice il furfante: ah, ah, ah! GUGLIELMO. Non conosci il tuo padre Guglielmo? ARTEMISIA. Chi Guglielmo? GUGLIELMO. Chi Guglielmo? tuo padre.

Era un pazzo e un furfante, e il meglio che poteva fare era di levarci l'incomodo.... Odoardo! interruppero in tono di rimprovero Roberto e Maria. , , io non ho i vostri sentimentalismi ridicoli. Non ci sarebbe stata pace a Valduria finchè colui fosse vissuto.... La sua morte è una vera liberazione, e per lui non meno che per gli altri. Con quei caratteri non si vive mai bene nel mondo.

Sotto! sotto! pigliatelo vivo! gridò Giovanni di Trezzo. Vo' farlo impiccare per la gola, questo furfante, che s'ostina a resistere dove comanda la repubblica genovese. No, perdio, non comanda la repubblica! rispose fieramente mastro Bernardo. Comando io, qui; difendo due donne dai vostri tentativi ribaldi. E seguitava a menar colpi a tondo, per tenere in rispetto gli assalitori.

FILIGENIO. Dove l'hai condotto? FORCA. Egli conduce me dietro a lui, perché li son servo. FILIGENIO. Dove l'hai lasciato? FORCA. Egli ha lasciato me. FILIGENIO. Parli cosí poco, come avessi a pagar la gabella delle parole. Furfante, furfante, ben sai che ci conosciamo insieme: se non mi dici il vero, farò che muti nome, e da Forca che sei diventerai un appiccato.

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