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Aggiornato: 31 maggio 2025


FILOCRATE solo, FRONESIA. FILOCRATE. Di quanto amaro, Amor, temprasti il mele! di quanto assenzio che, per farmi al mondo unico esempio d'ogni sventurato, gustar mi festi! Ahi! Qual veleno e tòsco nel core i dolci frutti recato hanno! Di quanto fel, di quanto acerbo ed acro opprimen l'alma! Oimè, lasso!

Tu sai pur quant'io t'amo. FRONESIA. Appágati di questo, Lúcia. C'è peggio. LÚCIA. E che mi può far peggio? FRONESIA. Volesse Iddio che cosí fosse il vero! ché sarei piú contenta. LÚCIA. Dimmi tutto quello che c'è, se mi vuoi far piacere. Non indugiar. FRONESIA. Questo non farò io: ché so meglio di te se sia piacere intender cose tali; e poi non voglio, per l'affezion che gli hai.

FRONESIA. Non l'avresti mai pensato che ti avesse in questo modo lasciata. O parti che questo sia amore, a l'incontro di quel che porti a lui? Ve' come v'ingannate a creder tanto a chi vi fa buon viso! ché non fanno profession d'altro che di darne ciance e di tenerci in berta. LÚCIA. Non si puote con lor cognoscer tanto.

LÚCIA. Omai di questo non mi san piú per tôr passion affanno, visto quanto in lui regni villania e ingratitudine; anzi, il grande amore è vòlto in odio. FRONESIA. Tel vo' dir. Suo danno! Io era, poco fa, , a la fenestra, quando il vidi apparir giú giú. E, d'allegrezza, non potei soffrire di venirti a chiamar; ma gli andai in contra e, giuntolo al fornaio, il salutai da parte tua.

FRONESIA. Io te l'ho detto sempre che non bisogna fare in lor disegno mai di fermezza; ché son fatti appunto come le foglie e, con modi e parole e, come dicon, con lor servitú, trattengon tutte. E, s'avesser con mille commoditá, tutte gli son padrone; tutte li fan morir. Poi, vedi, al fine, i portamenti lor mostran l'amore e il lor poco cervello. LÚCIA. Orsú, Fronesia!

FILOCRATE ritornato pelegrino, FRONESIA, CALONIDE, DEMOFILO vecchio. FILOCRATE. Ai de mi! O personas de bien, aiudadme con limosna. O quien hallasse alguna alma tan devota la qual oviesse piedad d'este pobre peregrin, maldispuesto, que a llegado a estos dias del sepulcro!

LISTAGIRO. Fa' in modo, Pilastrin, che non vegnamo a le mani in fra noi. PILASTRINO. Partirem tutto. Nettiam pur presto. Fronesia, parlando con Lúcia, dimostra averle giá contato quel che pensò cercando Filocrate; e di nuovo gne le narra; e, messole in disgrazia Filocrate, le mostra che fece male a dir villania a la roffiana e le persuade che, per l'avenire, la tenga amica.

Se mai ti venne in cuor del mio lungo servire poco ricognosciuto e de la fede e di quanto per te giá mai soffersi amando e di giá tanti spesi giorni ne' tuoi servigi render qualche cambio, mostrami tutto in questo; e fammi grazia d'una parola. FRONESIA. Ve' che bella predica! Cosa appunto da lui, oh! far l'amore a una pignata e voler convertirla con belle parole!

Or durerá in eterno il dolce nodo che non fia mai sciolto fino a l'ultimo giorno. FILOCRATE. Orsú, Fronesia, giá tanto amata! Tu sei la mia sposa. Serberai questo anello; e poi le nozze farem, quando ci paia tempo e luogo. Sei chiamata di sopra.

Io t'arei da insegnar come hai da fare che questo toro ti divenga agnello, se potessi fermarti. FRONESIA. Non è tempo, ch'è troppo tardi. Ci vedrem dimane. Non voglio piú cercarlo, poi che ho inteso ch'è fuori in villa e non si sa pur dove.

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