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Aggiornato: 31 maggio 2025
Son molte volte, quando altrui è infermo, che par veder le cose piú che espresse e non è altro che 'l cervel che varia. E come andò? FILOCRATE. Per chi bene e chi male. Per te devette ir mal, per Lúcia bene. Confessalo oramai. FRONESIA. Sappilo Iddio; ché tu potresti dir cosí vent'anni, ch'io non ti intenderei. Se guardi bene, certo vedrai che sará stato un sogno o ver fantasma.
FILOCRATE. Prego che mi dica la cagion del tuo indugio perché dentro giá 'ncominciava a sentir tanto sdegno che forse anco avrei preso de' partiti. Non vo' dire altro. FRONESIA. Odi. Costui vaneggia. Oh! Va', ché tu m'hai pien del tuo cervello. Parla con l'aere. FILOCRATE. Tu non mi rispondi, Lúcia? A chi dico? E' non sta però bene far tanto strazio di chi sai che t'ama piú che la vita propria.
Guarda come riluce! T'ho aspettato qui, giá tre ore. Io non credo che pensi a me, se non a caso; e, per quai merti, o qual mio fallo, mi sei sí crudele? Ci debbe esser di nuovo qualche amante che ti de' tôr di mente la mia fede, l'amor, la servitú che tanto tempo hai visto in me. FRONESIA. Chi sento giú? È Filocrate. Ma con chi parla?
Va' che istasera l'aspettiamo a quell'ora; e, se 'l vediamo, voglio che tu li dica due parole come t'insegnerò. LÚCIA. Farò a tuo modo. Ma pur che non ci tirino de' sassi, come ci veggian qui! FRONESIA. Non dubbitare: provederemo a tutto. Andiam di sopra e ci consiglieremo. E sará buono che 'l sappia ancor la vecchia.
E che farem? Non voglio che mi truovi. Anderò a stare a casa di mia zia; e lo dirò a mia madre, poi che 'l cielo cosí dispuon di me. FRONESIA. Non è da fare, ché non si potria poi trarli del capo qualche mal. Tu sai pur com'ella è fatta: che non vuol che lo guardi, se non quando ella è in presenza. Ho pensato un bel modo. Fa' com'io ti dirò.
Non era giá promessa da attenere appalesare una sí fatta infamia e scoprir tale error. FILOCRATE. Basta: io sapeva come faresti. Or dimmi la persona a cui concesso ha il cielo, in mio dispregio, il guiderdon di tante mie fatiche non mai concesso a me. FILOCRATE. E questo è senza fallo? FRONESIA. Altro non resta se non che dimane li metta de le nozze in man l'anello.
Fronesia, or puoi chiamare il tuo Filocrate, ché è giunto il fin de' desidèri nostri. Saran tre nozze insieme in una festa. E, perché è tardi e passerebbe l'ora, è meglio cenar, prima. A le quattro ore potrá tornar ciascuno. PILASTRINO dá licenzia. Avete inteso, brigate?
Filocrate, vedendo in casa di Lúcia farsi apparecchi per le nozze che aspettavano di far con Crisaulo, si lamenta solo: il che è come uno epilogare sopra de la fortuna. Ed, al fine, discopre a Fronesia chi egli è; e come, la sera avanti, era ito da Lúcia con animo di vendicarsi di averci veduto andar Crisaulo; e, trovatola in aspettare (per essersi giá, la mattina, per consiglio di Fileno, partito Crisaulo de la cittá), aveva ottenuto il suo desiderio. Ed ègli da Fronesia discoperto come quella che egli pensò esser Lúcia fu essa: onde, veduto pur esser cosí volont
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