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Aggiornato: 28 ottobre 2025


Non scrivo di più. La Tua memoria è santa. Tu fosti il mio angelo, ho tanto sofferto per Te. Ma non ti odio, no, no! Ti benedico. Forse sono l'ultime righe che scrivo. Seppellirò tutte queste carte, ma la tua memoria sar

Oh! come ansimi dal piacere!... Non fosti mai confessalo! non fosti mai più terribilmente felice!... Stesi sulla sabbia. Che hai, amante mio? La mia voce. No!... La carezza delle mie dita, non l'avrai più!... Le mie dita non le avrai più... perchè muoio di gelosia!... Sono dieci, son mille, gli amanti che ti cercano E tu dimmi, tu gridami sulla bocca qual'è il preferito!... Lo voglio!...

Perchè ti colsi, quella notte, allorchè tutto taceva ed era vuoto attorno a te? Perchè approfittai di quell'istante in cui tu eri rimasto solo, e perchè ora sei mio e ti tengo celato e caro come il più prezioso di tutti i tesori? Perchè tu, un giorno, vivo, scarlatto, profumato, spiccando in mezzo al verde tenero delle foglie, fosti il testimone.

E tu, prostituta del mondo, che sai tutti i baci, vampiro che succhi ogni vena con labbra voraci, tu fosti a quegli occhi la fata dormente nel chiuso giardino, il giglio lontano e divino, la bocca non anco baciata.

Fosti veduta alla recita dell'Epidico.... e fu veduto e notato anche un altro. Ah! Ma l'amico è dunque molto possente su te? Egli t'ha ammaliata a segno di farti dimenticare la tua.... Come chiamarla? Dignit

«O anima che tanto ben favelle, dimmi chi fosti», dissi, «e perché sola tu queste degne lode rinovelle. Non fia sanza mercé la tua parola, s’io ritorno a compiér lo cammin corto di quella vita ch’al termine vola». Ed elli: «Io ti dirò, non per conforto ch’io attenda di l

Considera che tu fosti in peccato mortale: che strisciasti, curva e stracca, per tortuoso error, con la vigliacca tua debolezza e la menzogna a lato.

Io Io reputo, Maestro, che fra i grandi Italiani sii tu quegli che ha conosciuto piú profondamente ed intimamente la lingua e gli autori greci. Forse piú del divino Leopardi; e certo un po' piú di Ruggero Bonghi, che ti vorrebbe apporre, ma ti doveva aver letto poco. Ed anche dei Latini fosti dottissimo.

Anima bella, che dal Padre eterno pura fosti creata e immortale, e ingombra di velo oscuro e frale, pur di fuor mostri il tuo valor interno: dal ciel scendesti in questo vivo inferno, u' n'aggrava il terren peso mortale, per innalzarne dibattendo l'ale al sommo bello, e sommo ben superno. Tu di casti pensier, d'onesta voglia ingombri l'alma a chi tuo esempio mira, e le fai vaghe del verace amore.

«Mio caro, rispose il dotto rabbino: Non fosti mai padre

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