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Aggiornato: 12 maggio 2025
Quando invece fissandomi in volto due occhioni azzurri come il cielo mi rispose: « Oh mi sono accorta che voi mi seguivate e ne aveva sommo dolore; io sarei stata costretta a non ritornare più alla sera dal povero padre mio, ma lavorando una parte della notte ottenere il permesso di vederlo di giorno. Vedete adunque che non poteva esservene grata.
Mentre m'abbandonavo a questi pensieri, sentii tutt'a un tratto che tutti s'alzavano e salutavano. M'avvicinai anch'io a Vittor Hugo, gli presi la destra con tutt'e due le mani.... e non potei dire una parola. Ma egli mi guardò e mi comprese, e disse, stringendomi la mano, e fissandomi con uno sguardo sorridente e un po' triste: Addio, caro signore. Poi soggiunse: No, addio.
Vostra madre vi ascolta!... mi rispose, e fissandomi con uno sguardo significante si ritirò dietro sua madre. Io rientrai in casa, cenai con appetito, perchè avevo il corpo stanco e l'animo lieto, e quando Bitto, secondo il suo costume, mi fece molte carezze, sentii che quel giorno non ero indegno dell'affezione del mio cane.
Ov'erano quelle espansioni ingenue d'una volta, e quel tenero e soave raccoglimento alle speranze? Quanto siamo mutati! mi disse egli un giorno fissandomi in volto impensierito. Tu più di me, gli risposi. Lo credi. Ma provati a rimontare la corrente degli anni e non t'incresca di rovistare nelle ceneri di quello che fu gi
Seguiamo o un impulso del cuore, o le conseguenze di un ragionamento che ci sembra giusto e convincente. Non biasimarmi, mamma! Ecco com'è stato. E le narrai minutamente ogni cosa. Mia madre mi aveva ascoltato grave, intenta, ora fissandomi in viso, ora rivolgendo gli sguardi al ritratto che teneva, posato in grembo, con una mano. Hai fatto bene, mi disse all'ultimo.
«Quella notte, in cui sperava dovesse aprirmisi il paradiso...» Qui la bella Ascolana interruppe il racconto, fissandomi in volto uno sguardo scrutatore quasi esitasse di proseguire. Dopo breve silenzio, crollò il capo mestamente, mormorando a voce bassa: Bisogna pure ch'io sfoghi il mio cuore; e voi mi avete l'aria d'onest'uomo...
« Vostra! esclamai. Mi siete venuto incontro colla valigia? « Ma sì; ed entrando in carrozza soggiunse: Tanto fa che venga con voi; il bagaglio lo prenderò domani; e diede l'indirizzo al cocchiere. Poi, fissandomi con quella sua aria impassibile da tedesco che metteva i brividi, mi disse: « Vi sono venuto incontro fino a Milano; ecco perchè ho la valigia. « Ah? che? come? Non vi siete scontrati?
Ma io m'era subito svincolato da quella stretta. Ed ella, fissandomi con le pupille fosforescenti che indovinavano il mio segreto pensiero, s'era incominciata a spogliare. La vezzosa testa china ricca di capelli fini, le mani che slacciavan convulse il corpetto e il busto, l'onda del seno che traboccava, e i colpi de' nostri cuori anelanti, in quel silenzio di tomba: che terribili cose!
E m'aveva stretto la mano come a un fratello, parlandomi a lungo con quella sua voce che pareva una musica, e fissandomi con que' suoi occhi stellanti in cui risplendeva tutta la luce del mondo ch'egli predicava.
V'hanno forse nella natura somiglianze di forma, senza partecipazione d'essenza? Fissandomi in quel pensiero, la mia illusione crebbe sempre più; io continuava a rimirare quel quadro con una specie di gelosia; non poteva corrervi dubbio, quelle linee si muovevano, sotto quelle tinte v'erano delle fibre e delle vene, e nelle vene il sangue, la vita, la vita della mia Clelia.
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