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Aggiornato: 29 giugno 2025
57 Io v'ho da ringraziar ch'una maniera di morir mi schivaste troppo enorme; che troppo saria enorme, se la fera nel brutto ventre avesse avuto a porme. Ma gi
112 Il destrier punto, ponta i piè all'arena e sbalza in aria, e per lo ciel galoppa; e porta il cavalliero in su la schena, e la donzella dietro in su la groppa. Così privò la fera de la cena per lei soave e delicata troppa. Ruggier si va volgendo, e mille baci figge nel petto e negli occhi vivaci.
Ma in ver di Ludovico io l'amicizia Ingratamente troppo rimertai, Fera in quegli anni m'opprimea mestizia, Nè a lui la vita abbellir seppi io mai. Con indulgenza infaticata il pondo Ei reggea di mia trista alma inquïeta, E spesse volte da dolor profondo A sorriso traeami e ad alta meta.
Ma l'attacco, iniziato con l'invettiva sonora, diviene motteggio e scherno dopo il noto discorso dell'on. Giolitti sul bilancio dell'interno e la risposta data in esso all'on. Fera. È inutile negarlo: i sorrisi ironici dell'on. Giolitti, che gi
Fera al governo; mentre invece pareva a lui che anche nel partito radicale fossero molte opinioni diverse, se non addirittura tot sententiae quot capita; esser quindi meglio non insistere; non tentar neanche di definire; perchè omnis definitio periculosa. Non so se proprio il collega Luigi Fera inducesse con il suo discorso il presidente del Consiglio ad occuparsi del gruppo radicale.
43 Alla fera crudele il più molesto non sar
E se piu` fu lo suo parlar diffuso, non so, pero` che gia` ne li occhi m'era quella ch'ad altro intender m'avea chiuso. Sola sedeasi in su la terra vera, come guardia lasciata li` del plaustro che legar vidi a la biforme fera. In cerchio le facean di se' claustro le sette ninfe, con quei lumi in mano che son sicuri d'Aquilone e d'Austro.
Se la fera si volta, ei muta strada, ed a tempo giù cala, e poggia in suso: ma come sempre giunga in un diaspro, non può tagliar lo scoglio duro ed aspro.
10 Come levrier che la fugace fera correre intorno ed aggirarsi mira, né può con gli altri cani andare in schiera, che 'l cacciator lo tien, si strugge d'ira, si tormenta, s'affligge e si dispera, schiattisce indarno, e si dibatte e tira; così sdegnosa infin allora stata Marfisa era quel dì con la cognata.
Il manifesto fu, dicesi, scritto da A. Bertani: del quale giustamente scrive L. Fera (l. c.) «Egli seppe e volle raccogliere l'impeto rivoluzionario popolare delle tradizioni mazziniane e garibaldine per disciplinarlo nel regime normale di libert
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