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Don Diego era tutto in iscompiglio. Delle idee di tutti i colori turbinavano nel suo capo. Ciò che aveva udito e veduto lo annientava. Campobasso impiombò i suoi occhi freddi, ironici, pieni di disprezzo, crudeli, su quel sembiante decomposto e disse: Sei tu Don Diego Spani di Lauria? , signor commissario. Interdetto da Sua Eccellenza Reverendissima monsignore di Policastro?

Perchè piaaaaangi così? Vulcani alcoolizzati o gigantesche bottiglie di delirio? Il quarto vulcano sturato schizzò risate d'oro, smorfie di porpora e spiralici lunghissimi ironici smeraldi. Il quinto vulcano pareva una rosea spremuta di belle donne nude e di immense arance cigliate che guardavano. Sognavo.

Unico segno di risentimento di quell'uomo corretto come una somma giusta era un picchiare nervoso della bacchettina sul tronco della vicina pianta. Il giovane sosteneva il noioso interrogatorio con un viso duro, provocante, in cui passavano dei guizzi ironici.

Ma l'attacco, iniziato con l'invettiva sonora, diviene motteggio e scherno dopo il noto discorso dell'on. Giolitti sul bilancio dell'interno e la risposta data in esso all'on. Fera. È inutile negarlo: i sorrisi ironici dell'on. Giolitti, che gi

Gli ultimi saluti della Luna, ironici, mettevano fra lui e la tastiera una risata candida di fiume africano che cento elefanti bevessero con proboscidi d'argento russanti come canne d'organo.

Le signore Ruggeri che avevano assistito a quello scandalo scambiando dei sogghigni ironici, abbassarono gli occhi per non lasciar scorgere la loro meraviglia. Alle frutta Maria sputava i noccioli sul piatto, e scherzava così insulsamente che gli ospiti ridevano per piet

Avolio è furbo e accresce la chiassata, dicendo sol: De' gusti non s'estime buon giudice nessun della brigata; e baciava la mano alla sua dama, che nulla s'accorgeva della trama. Fan con Terigi alcuni convenevoli, passando poscia al campo di battaglia, sempre ridenti, ironici e scherzevoli con Avolio, il qual nulla si travaglia.

L'ho presentato a tutte le signore, incominciando dalla sindachessa, per non destar gelosie. Si è preso l'arlecchino, di fravola e di limone, che è il caval di battaglia, ed anche il ronzino, del nostro caffettiere; il quale a tutti i complimenti che gli si fanno sull'arte sua (e qualche volta un po' ironici) guarda i suoi due bigonciuoli pieni di ghiaccio, e coperti di frasche di castagno, dicendo modestamente: "si fa quel che si può, per contentare i signori". Preso il sorbetto, si chiacchiera; le signore vanno a gara per intrattenersi col mio amico, e in breve la conversazione diventa generale. Filippo Ferri è sempre cortese, non sa, non può esser diverso; ma quando vuole riesce amenissimo; e questa volta fa proprio uno sforzo immane di volont