Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 29 giugno 2025
A le prigioni, ah? Morrò pur dunque, un tratto, e farò sazi quegli avoltori ch'entro il petto ogni ora pasco col core: anzi, una donna; io mento: una fera crudele. A quanto strazio m'hai riserbato, Amore? Anzi, son morto. Dico che no. Ah! Cecco di Bertella, aiutami, che sia scannato a brenti! E tu, Giannosso, che sia scorticato! Chi l'avria mai creduto?
Ogni aspra fera per amore vaneggia & fano insieme dolcemente guerra L'un montone con l'altro si vahheggia E pien de ardor le corna poi disserra Lo affocato cingial fuma e baveggia Le larghe zanne aruota, e il griffo serra E giovenchi arsi d'amoroso gelo Spargon coi piè l'herbosa terra al cielo
35 Come d'oscura valle umida ascende nube di pioggia e di tempesta pregna, che più che cieca notte si distende per tutto 'l mondo, e par che 'l giorno spegna; così nuota la fera, e del mar prende tanto, che si può dir che tutto il tegna: fremono l'onde. Orlando in sé raccolto, la mira altier, né cangia cor né volto.
ne' quando Icaro misero le reni senti` spennar per la scaldata cera, gridando il padre a lui <<Mala via tieni!>>, che fu la mia, quando vidi ch'i' era ne l'aere d'ogne parte, e vidi spenta ogne veduta fuor che de la fera. Ella sen va notando lenta lenta: rota e discende, ma non me n'accorgo se non che al viso e di sotto mi venta.
TIGEL. Nol provocare a sdegno mai: tu molto puoi sul suo cor; ma, piú che amor, può in lui impeto d'ira, ebrezza di possanza, e fera sete di vendetta. Or vanne: meco in quest'ora ei favellar quí suole: ogni tua cura affida in me. POPPEA Ti giuro, se in ciò mi servi, che in favore e in possa nullo fia mai ch'appo Neron ti agguagli.
Amor che spesso è di venir sì vago Dolce a parlar nel volgere soave De' tuoi bei rai, ed ivi insegna altrui Con quai saette fera e quai tu annidi Virtù, per che seder teco si piace Meglio che in grembo a Venere celeste; Amor ti porga questi fogli, e s'unqua Piet
né quando Icaro misero le reni sentì spennar per la scaldata cera, gridando il padre a lui «Mala via tieni!», che fu la mia, quando vidi ch’i’ era ne l’aere d’ogne parte, e vidi spenta ogne veduta fuor che de la fera. Ella sen va notando lenta lenta; rota e discende, ma non me n’accorgo se non che al viso e di sotto mi venta.
Prima che questo, il lupo, il leon, l'orso venga, e la tigre e ogn'altra fera brava, di cui l'ugna mi stracci, e franga il morso; e morta mi strascini alla sua cava. Così dicendo, le mani si caccia ne' capei d'oro, e a chiocca a chiocca straccia.
V'è Francesco Gonzaga, né abandona le sue vestigie il figlio Federico; ed ha il cognato e il genero vicino, quel di Ferrara, e quel duca d'Urbino. 50 De l'un di questi il figlio Guidobaldo non vuol che 'l padre o ch'altri a dietro il metta. Con Otobon dal Flisco, Sinibaldo caccia la fera, e van di pari in fretta.
Amore un tempo in così lento foco arse mia vita, e sì colmo di doglia struggeasi 'l cor, che quale altro si voglia martir, fora ver lei dolcezza e gioco. Poscia sdegno e pietate a poco a poco spenser la fiamma, ond'io più ch'altra soglia libera da sì lunga e fera voglia, giva lieta cantando in ciascun loco.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca