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Aggiornato: 18 maggio 2025


TIGEL. Nol provocare a sdegno mai: tu molto puoi sul suo cor; ma, piú che amor, può in lui impeto d'ira, ebrezza di possanza, e fera sete di vendetta. Or vanne: meco in quest'ora ei favellar quí suole: ogni tua cura affida in me. POPPEA Ti giuro, se in ciò mi servi, che in favore e in possa nullo fia mai ch'appo Neron ti agguagli.

È indubitabile che l'appartamento ricchissimo della marchesa aveva un po' di parte nella sua ebrezza, e che con l'occhio suo d'artista e d'adolescente sognava a un tempo davanti ai belli occhi della signora, e alle graziose e ricche cesellature dorate delle cornici e della vôlta. E aveva ben ragione. Erano pur splendide ambedue, la donna e la sala!

Potesse nella calma che in amore Segue la torbida Divina ebrezza che fa l'uomo altero E gli fa rinnegare ogni dolore. Oh! se trovasse in mezzo al suo sentiero La mesta e giovane Castellana sognata lungamente Nelle malsane gioie del pensiero, Superba e di bellezza risplendente, Ma resa languida E impietosita da un accento vero, Dal suo liuto o da un sospiro ardente,

Quella immensa gioia del primo momento, che da nulla poteva esser turbata, durò per qualche tempo e poi cessò; e allora tutti i tristi pensieri che infallibilmente la dovevano assalire, l'assalirono in folla. Era infatti naturale che in quel primo momento di ebrezza non vi fosse posto nel suo cuore per i rimorsi, per le paure dell'avvenire, per le riflessioni amare; ma queste non tardarono a giungere. Non è possibile perdere di un tratto la propria posizione, diminuire inevitabilmente nella stima di molti, farsi quasi maledire dalla propria famiglia, sentirsi dai più indulgenti compianta, senza che ne scaturisca un senso di dolore e di scoraggiamento bastevole a imbrunire la felicit

Ero un poco ansante, accaldato, agitato da una leggera ebrezza. Domandai: Dov'è Giuliana? Su, nelle sue stanze, ella rispose, ridendo. Io feci di corsa le scale, attraversai il corridoio, entrai franco nell'appartamento, chiamai: Giuliana, Giuliana! Dove sei? Maria e Natalia mi uscirono in contro con grandi feste, rallegrate alla vista dei fiori, irrequiete, folli.

Non v'appariva segno di contaminazione; alla vista era sempre la stessa. E nulla al mondo poteva omai cancellare la macchia che vedevano su quel pallore gli occhi della mia anima! Alcune parole, proferite da me nell'ultima ebrezza, mi tornarono alla memoria. "Io ti veglierò, ti leggerò sul viso i sogni che sognerai." Ripensai: "Ella ripeteva ad ogni tratto: , ."

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