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Aggiornato: 17 giugno 2025
Fer la citta` sovra quell'ossa morte; e per colei che 'l loco prima elesse, Mantua l'appellar sanz'altra sorte. Gia` fuor le genti sue dentro piu` spesse, prima che la mattia da Casalodi da Pinamonte inganno ricevesse. Pero` t'assenno che, se tu mai odi originar la mia terra altrimenti, la verita` nulla menzogna frodi>>.
Nè come cosa vil per te si spregi Ciò, che da me supponsi al tuo volere; Credi, che me ne fer ben mille Regi Arsi da desiderio alte preghiere, Ed io le rifiutai; titoli egregi, E di vero valor corone altiere Ho fin quì ricercato; or che le trovo, Con alma accesa inverso lor mi movo.
Li quali in piccol cerchio riducendola, quanto poterono, sí come ancora appare, a Roma la fêr simigliante, seco raccogliendovi dentro quelle poche reliquie che de' discendenti degli antichi scacciati si potêr ritrovare.
La nave diede su le sirti; e il padrone fu il primo in morire e in pagare la pena della sua temeritá e ardimento.... GUGLIELMO. ... Vennero i corsari e ne fer prigionieri; scampai e mi presero un'altra volta; mi riscattai, sono arrivato a casa a salvamento. CRICCA. Andaste in Barberia per rader quel tuo debitore, e il mare t'ebbe a rader la vita e tutte le tue robbe.
Farotti ben di me volere scemo: son Guido Guinizzelli; e gia` mi purgo per ben dolermi prima ch'a lo stremo>>. Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec'io, ma non a tanto insurgo, quand'io odo nomar se' stesso il padre mio e de li altri miei miglior che mai rime d'amore usar dolci e leggiadre;
L’antico sangue e l’opere leggiadre d’i miei maggior mi fer sì arrogante, che, non pensando a la comune madre, ogn’ uomo ebbi in despetto tanto avante, ch’io ne mori’, come i Sanesi sanno, e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto; e non pur a me danno superbia fa, ché tutti miei consorti ha ella tratti seco nel malanno.
Fra la barbara turba armi non prese A seguir d'Ottoman gli aspri furori Anima di costui via più cortese, E meno amica d'adunar tesori; Nè tra 'l periglio de le dure imprese Porsero preghi con più studio i cori Per altrui scampo al ciel, nè fer devoti, Con più frequenza e con più pompa, i voti.
due branche avea pilose insin l’ascelle; lo dosso e ’l petto e ambedue le coste dipinti avea di nodi e di rotelle. Con più color, sommesse e sovraposte non fer mai drappi Tartari né Turchi, né fuor tai tele per Aragne imposte. Come talvolta stanno a riva i burchi, che parte sono in acqua e parte in terra, e come l
Posto Agramante avea fin al ritorno il re di Fersa e 'l re degli Algazeri, col re Branzardo a guardia del paese: e questi si fer contra al duca inglese; 36 prima avendo spacciato un suttil legno, ch'a vele e a remi andò battendo l'ali, ad Agramante aviso, come il regno patia dal re de' Nubi oltraggi e mali.
Versi d'amore e prose di romanzi soverchio` tutti; e lascia dir li stolti che quel di Lemosi` credon ch'avanzi. A voce piu` ch'al ver drizzan li volti, e cosi` ferman sua oppinione prima ch'arte o ragion per lor s'ascolti. Cosi` fer molti antichi di Guittone, di grido in grido pur lui dando pregio, fin che l'ha vinto il ver con piu` persone.
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