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Aggiornato: 14 giugno 2025
Le facciate sono incrostate di marmi o coperte di freschi mitologici, storici; le colonne di bianco Carrara o i pilastri di cupe bozze sorreggono gli architravi stemmati delle porte maestre; le cornici, le statue, le balaustre, gli scudi, i timpani, le piramidette, i festoni, i bassorilievi, i loggiati, le inferriate sporgenti, con forte armonia s'intonano alle linee del quadro, dovuto alla scuola di Michelangiolo e del Bernino: una intera via, due, tre, quattro.... quattro prospettive sceniche di sedi olimpiche. Nei vestiboli lastricati di marmi o s'adagia un larghissimo scalone, coi lioni maestosi, veglianti sui piedestalli, oppure un velo d'acqua frescamente scende a bagnare le muscose spalle di due cariatidi reggenti la conchiglia, oppure tra le colonne appaiate scintilla, come sfondo, l'azzurro mare e il cielo secato dagli apparecchi aerei delle infinite alberature. Vi sono scalee che danno a cortili, e nuovamente cortili che danno a scalee, e su ancora.... Arriviamo ai terrazzi, alle logge, ai giardini sostenuti da baluardi, agli elisi, ove le rose e gli aranci, la flora ligure venustissima non suade che amori, coi profumi spossatori dei talami sempre fecondi. E vi sono scalee che accedono alle straricche anticamere e agli appartamenti: ori, pietre, stucchi, cristallo, basalto, alabastro, colonne doriche, ioniche, corinzie, tele, freschi, statue, tutto vedi.... Cioè, non vedi niente: perchè subisci l
Sentite, madonna; ripigliò il Sangonetto, che aveva notato quell'atto di ribrezzo. Facciamoci a parlar chiaro. Per dare indietro che facciate, non uscirete di qui. Ancora due passi e vi troverete al muro. Non vi schermite dunque inutilmente; non guastate in vani contorcimenti la vostra serena bellezza.
Il professore, senza alzar gli occhi dal libro, disse: Non credo che facciate al caso nostro. Si cercava una cuoca. Scusi tanto, riprese la Cecchina. Mi era stato detto che si contenterebbe d'un mangiare semplice.... Scusi tanto. E s'avviò verso l'uscio. Ma la zia Giuliana le teneva dietro cogli occhi.
Il Popolo! Il Popolo! Torniamo al nostro grido. È il grido del secolo: il grido dei milioni, che fremono moto: il grido d'un'epoca che s'inoltra veloce. Salutate la bandiera del popolo, però ch'egli è l'eletto di Dio a compiere la sua legge: legge d'amore, d'associazione, d'eguaglianza, d'emancipazione universale. Spianate il sentiero al popolo, però che, dove voi nol facciate, egli lo far
LIDIA. Io non ho altro schermo contro il dolore che la vostra sofficienza e amorevolezza, e con ciò resto in vita; però vi priego per quella cosa che voi piú amate al mondo, che quando ragionarete con Cintio me lo facciate intendere, accioché con le mie orecchie ascolti la sentenza che mi condannerá a morte. AMASIO. Orsú, quando arò l'agio ve ne renderò avisata.
Bravo!... bravo! disse il burlone entrando: e faceva l'atto di battere le mani, volto al promesso sposo cui eran cadute le braccia e la chitarra. Voi cantate come un usignuolo! Oh, benedetto! ma io vi voglio alla caserma, voglio che mi facciate un po' divertire i miei carabinieri che s'annoiano maledettamente senza far nulla.... Via, perchè avete lasciato cadere la chitarra!
Sono venuto perchè facciate giustizia. Ciò che voi farete sar
Sì, questo è nell'indole sua, ma Giacomo Pico non fa oramai maggior conto dei Carretti, pigliati a mazzo, con tutta la loro protezione, di quello che voi ne facciate, sia detto con vostra licenza, messere Anselmo riverito, d'un fondigliuolo di fiasco.
Sorrisi alla stranezza di queste parole. Oimè interruppe sospirando per quanto vi paia esagerato il mio dire, non è che troppo vero e il cielo tolga che voi stesso ne facciate esperienza, poichè ripensando forse a questo vecchio che vi parla, vi farete persuaso come nella vita non vi abbia altro di generoso e di nobile, che la fede balda ed ingenua dei primi anni. E siccome io non rispondeva.
Quando al Papa parve tempo di muovere l'antenna e sciogliere la vela, chiamato a se monsignore Ferdinando Taverna, che stava in agonia del cardinalato conferitogli più tardi sotto il titolo di Santo Eusebio, gli consegnò la sentenza dicendogli: Vi renuncio la causa dei Cènci, acciò quanto prima ne facciate la debita giustizia.
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