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Aggiornato: 30 giugno 2025


E se anche fosse, che te ne importa? troncò netto il giovine con un'alzata aspra del viso. A Flora, che stava parlando di musica con Massimo non isfuggì una sola parola di questo breve dialogo, in cui Ezio affettò quasi del brutto cinismo: e la colpì il modo violento con cui egli uscì senza degnarla nemmeno d'un'occhiata.

Essa rispose con tutte le sue lacrime, che Ezio sentì cadere così spesse e così calde sul viso che, dimenticando stesso si fece a consolarla. Povera Flora disse commovendosi, mentre lasciava scorrere la mano tremante nel fitto dei folti capelli, come se cercasse con quella carezza di darle un segno dell'antica fratellanza: Ti faccio piangere troppo, povero cuore. So che mi volevi bene, povera Flora, è un castigo grosso... ma ci vorr

O Cresti declamò Ezio in accento tragico, stendendogli la mano dal terreno tu arrivi a tempo a baciare un moribondo. Pianta, ti prego, una carota sulla mia tomba. Com'ebbe detto ciò si lasciò andare morto del tutto, acciuffando un paio di fichi che si mangiò colla pelle.

In quest'ultimi mesi egli l'aveva avvicinata poco, distratto da una facile avventura con una signora molto gelosa e che commetteva l'imprudenza di non nasconderlo. Per questa e per altre ragioni, non ultima quella che assegna una fine anche amori giurati eterni, l'avventura era terminata due o tre giorni addietro; ed Ezio Cami, assaporando le delizie della riacquistata libert

Ezio, fatto pratico dei luoghi, amava passeggiare solo lungo la bella strada litorale, soffermarsi davanti alle case dei pescatori che impararono a conoscerlo e aver piet

Sentivo dire che il signor Ezio desiderava tornare: ma che volesse tornar subito non saprei dire.

Ti giuro, zietta, che non le ho scritte io queste belle parole: è tutta sapienza del gobbetto. La lettura andò avanti ancora un pochino a spinte e a calci; ma quando si fu alla fine del primo capitolo e che si annunciò il secondo sul «Manutengolismo» Ezio si alzò e disse: Basta per oggi: ho fame.

Flora andò incontro ai due che scendevano lentamente per il viale della darsena. Quando fu loro vicina cinque passi, fece un segno colla mano allo zio Massimo perchè tacesse e sentì Ezio che diceva; No, no, miei cari. Io non voglio essere di carico a nessuno; la mia disgrazia non dev'essere la disgrazia di tutti. Per quanto non dubiti del vostro affetto e del vostro coraggio, penso che laggiù a Brentana, lontano dal mondo, mi sar

Ezio Cami, fu per lunghi mesi, sotto l'ossessione di quella scena di delusione che aveva offeso il suo amor proprio e il suo amore, e che lo faceva terribilmente soffrire notte e giorno, quantunque egli tentasse ogni mezzo di distrarsi, anche perchè colei non potesse rallegrarsi degli effetti dell'opera sua, e non lo riputasse sua vittima.

«Avviene allora...» senti anche tu, mamma, come scrive bene il nostro Ezio, quando fa il Pomponio Labeone: «avviene allora una degenerazione fatale dovuta a quella verit

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