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Aggiornato: 30 giugno 2025
In un gruppo in disparte Ezio riconobbe la baronessa che gli sorrise al di sotto d'un cannocchialino d'avorio che teneva agli occhi. Vicine a lei eran altre signore, tra cui due giovinette alte, bionde, di tipo esotico, due Russe che viaggiavano sole il mondo.
Ezio, che senza mai essere stato nè in Bolivia nè in Venezuela, credeva di conoscere anche lui la sua diplomazia, stringendo tra le due mani il panciotto bianco del suo caro zio ambasciatore, rispose: Non si è mai meno padroni di sè stessi come quando non si ha nulla a fare. Ma vedo che tu hai indossato il gilet delle grandi circostanze. Che c'è di nuovo? è vero che Cresti prende moglie?
Quantunque Ezio non fosse per Flora che un cugino posticcio, perchè la zia Vincenzina non era che una seconda madre per il giovane, tuttavia i due ragazzi eran cresciuti, si può dire, insieme all'ombra delle stesse piante; e si trattavano col tu, sebbene la diversit
Oggi per Flora non c'era più dubbio che Ezio l'amasse. Egli stesso aveva voluto dirglielo non richiesto col più eloquente linguaggio che sia concesso alle labbra dell'uomo.
La vecchia Bernarda, che non aveva quasi più lagrime per piangere, quando vide dalla punta spuntare la barca e riconobbe le persone, come se vedesse venire non una barca ma un mortorio, esclamò: Povero il mio Ezio! ha fatto bene la sua mamma a morire.
Il merito è tutto mio d'averlo schiodato dagli antipodi soggiunse il Cresti, che preso anche lui dalla commozione, per non saper piangere, andava movendo le gambe e agitando l'ombrello. Mia zia Matilde disse Ezio presentandola. Oh.... oh.... Matilde, vecchia conoscenza esclamò, ingrossando la voce, Massimo Bagliani per darsi della forza.
L'ultima frase della lettera: «Perdona al tuo Ezio» aveva d'un tratto disarmato i risentimenti d'un uomo, che a differenza di molti altri, più che le baruffe dell'amor proprio, amava di voler bene e di farsi voler bene.
Dopo una lunga vita sterile e vagabonda sentiva il bisogno di qualcuno che gli occupasse il cuore: e poichè c'era al mondo un ragazzo simpatico e ardito, che portava il suo nome, che non aveva che a chiedere il suo affetto, avrebbe voluto che Ezio corrispondesse con altrettanta confidenza.
Ezio non diede segno di capire, ma si mosse per salutare la bella marchesa Lenzi che montava sul ponte in compagnia di due giovinette sue nipoti e di don Gino Corsi. La Lenzi, che dopo aver divorata tutta la sua parte di felicit
Ezio ritirò la mano che stava per offrire e abbandonandosi sulla sedia, disse con ironico sorriso: Tu non mi avrai invitato a colazione per farmi mangiare un piatto indigesto, Se questo è il motivo del nostro abboccamento, fa conto che sia finito. Ezio disse lo zio Massimo, asciugandosi i baffi col tovagliolo non si è viaggiato mezzo mondo senza fare qualche esperienza.
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