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Aggiornato: 30 giugno 2025


Che cosa pensate, Massimo? che io possa abbandonare Ezio? Non posso pensare nulla di male di voi, sapete: ma temo che il sacrificio sia maggiore delle vostre forze. Io ho sempre amato Ezio come un figliuolo.

Ah!... Tu ti sei accorto delle ore trascorse; io, no. Ezio la guardò, colpito dal rimpianto che le era tremato nella voce pronunziando quelle parole. Non mentiva dunque?... O mentiva così bene? E la scrutava, mentr'ella s'infilava i guanti, a occhi bassi, e poi li abbottonava, stranamente assorta, senza fretta.

Le due sorelle s'intesero sui modi di pigliar la figliuola in un momento di buone disposizioni. E intanto i due vecchi amici, lasciato Ezio risalivano lentamente la strada del Pioppino.

Vedendo che non sapevano rispondere, scese a volo. Sulla scala s'incontrò nella Nunziata, che ebbe a pronunciare confusamente le parole di Ezio, duello, signora maritata, come le aveva raccolte nella bottega del fornaio. Che cosa è stato? un duello? un duello per causa di quella donna? o grave? dov'è? l'hanno ucciso?

La colpa era stata di tutti: forse di nessuno o di quel destino che non si sa che cosa sia. Ezio aveva trovato in Vincenzina una matrigna buona e indulgente, e in virtù di questo bene doveva essere più disposto a far verso lo zio un atto di tenerezza, che tenesse il luogo d'ogni altra riparazione. Egli, vecchio vagabondo, sentiva il bisogno di voler bene a qualcuno.

Per quanto umile e goffa nella sua struttura di pasticcio mal riuscito, tuttavia all'indulgente raggio della luna anche quel vecchio rudere di casa colorata, chiusa tra un cipresso da una parte o un gran ciuffo di oleandri dall'altra, aveva la sua modesta poesia. Ohe, Flora... gridò Ezio, intonando il deh vieni alla finestra del Don Giovanni.

La saetta era caduta poco fuori del giardino e aveva scavezzato un antico olivo vecchio forse di duecento anni: ma questo era nulla al paragone di quei tre fulmini che erano discesi nel suo cuore. Ezio l'amava, Ezio l'amava, Ezio l'amava! La Madonna meritava non un manto solamente, ma una corona d'oro tempestata di diamanti.

La zia Matilde trovò Ezio che aspettava nell'atrio e gli disse: Dunque siamo intesi. Quel che è morto è morto. Diavolo, zietta! e speriamo che nasca qualche cosa di bene. Uscirono insieme sul piazzaletto, mentre Massimo e Cresti scendevano adagio adagio per il sentiero ombreggiato. Al veder la figura di una donna, Massimo s'arrestò un momentino e, sforzando il fiato, chiese sottovoce: Chi è?

Ezio intanto era corso in cerca del Bersi e insieme mandarono un telegramma ad Andreino Lulli. Poichè si era venuti ai ferri corti voleva amici fidati, discreti, gentiluomini provati, che non gli lasciassero fare una cattiva figura. Il duello.

P... colla sua centuria, assottigliata dalle diverse pugne, continuò a fare l'avanguardia. La centuria di Muzio, con cui trovavasi Nullo, occupava il centro; seguivano i veicoli e le barelle dei feriti, e la retroguardia fu affidata alla centuria d'Orazio, comandata dal tenente Ezio in sostituzione del capitano ferito gravemente.

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