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Aggiornato: 11 luglio 2025
Qualcosa di eterno pioveva su quel sacro anfiteatro di monti: la vera luce dell’ombra, la paurosa elevazione dell’anima verso il pensiero di Dio. Qualche mandria invisibile faceva risuonare i suoi campani per i boschi distanti e la folla sterminata pregava nella grande Esplanade; pregava con una specie d’immobile fervore, curva davanti alla Basilica, nel musicale silenzio del giorno che moriva.
Or nondimeno sono appo la nostra fragilitá di tanta forza, che spesse volte occupano in tanto le menti d'alcuno, e con tanta affezione disiderati sono, che, lasciata la debita notizia di Dio e dello splendore eterno, per qual è via, e per li vizi e per le malvagie operazioni, si trascorre in essi.
Il medico aveva un bel dire di gioventù, di cose non certe, e ad ogni modo di pericoli ancora lontani. Maurizio aveva ricevuto il colpo in pieno, e il colpo gli era andato all'anima. Anche il pericolo lontano lo sgomentava; ed egli non poteva avvezzarsi all'idea della morte di Gisella, neanche in un lontano futuro. Bella virtù dell'amore, che sempre s'illude di vivere eterno!
L'avaro era diventato prodigo per ispeculazione, e collocava i suoi averi all'interesse nella cassa pensioni del Padre eterno.
«Ond'io per lo tuo me'». In questa particella seconda della quarta, dice l'autore il consiglio preso da Virgilio per sua salute, e, secondo l'usanza poetica, mostra in poche parole ciò che dee trattare in tutto questo suo volume; e dice cosí: «Ond'io», considerata la natura di questa lupa che t'impedisce, «per lo tuo me', penso e discerno», giudico, «Che tu mi segua, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui», cioè di questo luogo pericoloso, «per luogo eterno», cioè per lo 'nferno e per lo purgatorio, i quali son luoghi eterni; «Dove», cioè in quel luogo, «udirai le dispietate strida», in quanto paiono d'uomini crudeli e senza alcuna umanitá; «E vederai gli spiriti dolenti, Che la seconda morte ciascun grida»; cioè la morte dell'anima, percioché quella del corpo, la quale è la prima, essi l'hanno avuta.
Se per l'acerba piaga a te fia tolta Vita più lunga, io vo' sperar, ch'andrai Su ne l'alto del Cielo, ove raccolta Fra' canti eterni, eterno albergo avrai; E da quegli almi seggi a noi rivolta Co' tuoi begli occhi rimirar potrai Come intenso dolor, come infinita Fia destinata angoscia a la mia vita.
Così tu, fantasticando davanti alle rovine di un vecchio convento, che l'anima tua ripopolava «di larve incappucciate», hai rievocato un momento tipico della vita passata, o, per dire più veramente, hai intravveduto nella vita passata un lampo della coscienza eterna, dell'eterno dissidio e del vincolo eterno tra la terra ed il cielo.
Ero capitato proprio in mal punto; pure non mi fu discaro di salutare ancora una volta una mirabile barba di padre eterno che mi aveva occupato moltissimo al tempo della mia prima visita. Quando fu scomparsa entrai nel Sancta sanctorum e di l
Oh sì, immenso; ripeteva la fanciulla rapita in una dolce esaltazione. Eterno... continuava Flavio. Eterno. Correremo indissolubilmente uniti e felici l'azzurro sentiero della vita. Uniti e felici!
Or durerá in eterno il dolce nodo che non fia mai sciolto fino a l'ultimo giorno. FILOCRATE. Orsú, Fronesia, giá tanto amata! Tu sei la mia sposa. Serberai questo anello; e poi le nozze farem, quando ci paia tempo e luogo. Sei chiamata di sopra.
Parola Del Giorno
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