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Aggiornato: 13 giugno 2025
lo ciel, che sol di lui prima s'accende, subitamente si rifa` parvente per molte luci, in che una risplende; e questo atto del ciel mi venne a mente, come 'l segno del mondo e de' suoi duci nel benedetto rostro fu tacente; pero` che tutte quelle vive luci, vie piu` lucendo, cominciaron canti da mia memoria labili e caduci.
Tu scaldi il mondo, tu sovr’ esso luci; s’altra ragione in contrario non ponta, esser dien sempre li tuoi raggi duci». Quanto di qua per un migliaio si conta, tanto di l
Esposti al ferro ed al furor de l'ire Ecco sul campo i Rodïan son sparsi Senza riparo; omai fuga, o morire, E cosa altra di lor non può sperarsi; E non senza ragion: soverchio ardire Sì poco stuolo incontra tanti armarsi, Ben de i duci nel cor virtù s'avanza, Ma che? tutto non può mortai possanza.
Ma le parole, e de' lor duci i volti, E del grande Ottoman gli alti sembianti, E cotanti stendardi a l'aura sciolti, E 'l suon de l'armi, e de le trombe i canti, Possono sì, ch'a la temenza tolti E fanti e cavalier spingonsi avanti, Nè sul campo i Cristiani han tardo il piede, E gi
Più nulla tromba con la voce orrenda L'aria dintorno altieramente scuote; E perchè de le turbe il cor s'accenda Gli aspri tamburi nulla man percote. Gridano i duci; ma non è ch'attenda Alcun guerriero a l'animose note; I cor tremanti, impalliditi i volti, E son tutti a la fuga i piè rivolti.
Se non che duci eccelsi, eccelse schiere A' Turchi incontro armi superne han prese, E fan volar da le stellanti sfere Nembi sonanti di saette accese; Non han cotanto i miei furor potere Sì che di tutto il Ciel stanchi l'offese, Ma se tu la grand'alma empi di sdegno, E gridi a l'arme, io pur ne bramo il segno.
66 Fu quasi il re Agramante abbandonato nel pericol maggior di quella guerra; che con molti pagani era tornato Marsilio e 'l re Sobrin dentro alla terra, poi su l'armata è questo e quel montato, che dubbio avean di non salvarsi in terra; e duci e cavallier del popul Moro molti seguito avean l'esempio loro.
Ond'io: <<Maestro, il mio veder s'avviva si` nel tuo lume, ch'io discerno chiaro quanto la tua ragion parta o descriva. Pero` ti prego, dolce padre caro, che mi dimostri amore, a cui reduci ogne buono operare e 'l suo contraro>>. <<Drizza>>, disse, <<ver' me l'agute luci de lo 'ntelletto, e fieti manifesto l'error de' ciechi che si fanno duci.
Ma che fuor quelle tende alcun s'arresti De i cavalier, ch'egli ha da lato impone, Acciò servigi ad AMEDEO sian presti, Se forse di servir vegna cagione; Poscia le squadre armate, e i duci desti Che sian comanda, e come suol dispone Guardia fidata a le percosse mura, E come sempre d'ogni risco ha cura.
Tu scaldi il mondo, tu sovr’ esso luci; s’altra ragione in contrario non ponta, esser dien sempre li tuoi raggi duci». Quanto di qua per un migliaio si conta, tanto di l
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