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Aggiornato: 31 maggio 2025
ma non so chi tu se’, né perché aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a’ mortai con altrui raggi». Questo diss’ io diritto a la lumera che pria m’avea parlato; ond’ ella fessi lucente più assai di quel ch’ell’ era. Sì come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come ’l caldo ha róse le temperanze d’i vapori spessi,
La rottura della traversa rendeva impossibile sostenersi nella Batteria di destra, il Garibaldi dal Pincio vedendola deserta, scende con passi frettolosi, e all'Hoffstetter, che primo gli si para davanti dice: «adoperate chi volete, sieno pure uffiziali tutti, ma importa sia turata la rottura della traversa, andate.» Mentre l'ufficiale partiva per racimolare quanta più gente potesse, il Garibaldi si rimase ad attenderlo seduto sopra un carretto di cannone; l'Hoffstetter s'imbatte in trentacinque bersaglieri reliquia ultima della terza compagnia del secondo battaglione, li trae seco e li conforta con alquanto di vino, perchè davvero erano rifiniti di forze: dall'apertura sboccava una fiocinata di palle, allora i bersaglieri si divisero, parte porgeva i sacchi pieni di terra, e parte li riceveva; l'apertura scema, si chiude, è chiusa; nè cannoni, nè mortai, nè moschetti nemici valgono a trattenere l'opera; anzi i bersaglieri passando dal coraggio alia temerit
Furono piantate, mascherandole, le più grosse artiglierie e mortai caduti in mano del popolo nel fabbricato della Carit
ma non so chi tu se', ne' perche' aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a' mortai con altrui raggi>>. Questo diss'io diritto alla lumera che pria m'avea parlato; ond'ella fessi lucente piu` assai di quel ch'ell'era. Si` come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come 'l caldo ha rose le temperanze d'i vapori spessi,
Ed ella a me: <<Chi t'ha dunque condotto qua su` tra noi, se giu` ritornar credi?>>. E io: <<Costui ch'e` meco e non fa motto. E vivo sono; e pero` mi richiedi, spirito eletto, se tu vuo' ch'i' mova di la` per te ancor li mortai piedi>>. <<Oh, questa e` a udir si` cosa nuova>>, rispuose, <<che gran segno e` che Dio t'ami; pero` col priego tuo talor mi giova.
Due cavalieri, sul cadere di una sera di estate, cavalcavano lungo la difficile spiaggia di Salerno, e propriamente per quel dirupato sito che la divide dalle montagne di Amalfi e di Sorrento. Onde godere del piacevole fresco del mare, avevano appesi alla sella gli elmi, e la testa coprivano di quei berretti che allora si dicevano mortai. Vestivano giacchi di maglia, serravano al fianco la spada ed il pugnale. E' sembravano intesi a premuroso favellare, da poichè di tanto in tanto il cavaliere che precedeva nella angusta callaia faceva sostare il cavallo, e volgendo la faccia all'altro restava ad udire. Spesso però si fermavano entrambi per dar ordini alle scolte, che vigilavano alla custodia degli alloggiamenti militari, stesi a foggia di semicerchio intorno Salerno, o a guardare il naviglio dalla bandiera amalfitana che ancorava nella perigliosa rada. Di tal che il loro andare era lento anzi che no, tra perchè favellavano e speculavano il campo, tra perchè la stradicciuola, praticata per mantenere la comunicazione tra le truppe sul dorso della brulla montagna che domina Salerno, era aspra ed ingombra di ciottoli. Da su quei gioghi però bello era contemplare questa citt
L'artiglieria veneta, con il concorso dell'industria privata, poteva e doveva quindi rinnovarsi tra il 1782 ed il 1796. In questo periodi di tempo dovevano inoltre rifondersi o ristaurarsi le bocche da fuoco dichiarate inservibili, e non erano poche in quel tempo: 82 cannoni di diverso calibro, 85 colubrine, 63 sacri e passavolanti, 180 petrieri, 5 mortai, 9 trabucchi ed 1 bastardo.
Esposti al ferro ed al furor de l'ire Ecco sul campo i Rodïan son sparsi Senza riparo; omai fuga, o morire, E cosa altra di lor non può sperarsi; E non senza ragion: soverchio ardire Sì poco stuolo incontra tanti armarsi, Ben de i duci nel cor virtù s'avanza, Ma che? tutto non può mortai possanza.
Ed ella a me: <<Chi t'ha dunque condotto qua su` tra noi, se giu` ritornar credi?>>. E io: <<Costui ch'e` meco e non fa motto. E vivo sono; e pero` mi richiedi, spirito eletto, se tu vuo' ch'i' mova di la` per te ancor li mortai piedi>>. <<Oh, questa e` a udir si` cosa nuova>>, rispuose, <<che gran segno e` che Dio t'ami; pero` col priego tuo talor mi giova.
ma non so chi tu se', ne' perche' aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a' mortai con altrui raggi>>. Questo diss'io diritto alla lumera che pria m'avea parlato; ond'ella fessi lucente piu` assai di quel ch'ell'era. Si` come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come 'l caldo ha rose le temperanze d'i vapori spessi,
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