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Aggiornato: 29 giugno 2025
Non a voi devo perdonare, capite: voi siete sempre per me un raggio luminoso. Ora mi fate la corte, Massimo interruppe essa ridendo. Dite più semplicemente che vi amo ancora, oggi, coi capelli quasi bianchi come vi ho amata dodici anni fa. Forse che vi offende di sentirvelo dire?
L'è curioso davvero ciò che voi dite mo', zio Pradau! Io non ci aveva giammai pensato.
Similemente fingono li nostri poeti la bellezza de' campi elisi, per la quale intendo la dolcezza del paradiso; e la oscuritá di Dite, per la quale prendo l'amaritudine dello 'nferno; accioché noi, tratti dal piacere dell'uno, e dalla noia dell'altro spaventati, seguitiamo le virtú che in Eliso ci meneranno, e i vizi fuggiamo che in Dite ci farieno trarupare.
Che cosa mi dite voi mai? esclamò il Garasso, che non perdeva una sillaba di quel discorso, e andava mescendo di tratto in tratto a Michele, per farlo cantare. Gli è proprio un mascalzone, costui!
Il Mazzini è in Genova da parecchi giorni, e.... Lo so. Il Salvani s'è riserbata l'impresa della Darsena.... Lo so. Il dottor Collini, interrotto da tutti questi monosillabi, ammutolì. Orbene, non dite altro? Che ho più da dir io, se ad ogni capoverso delle mie notizie rispondete: lo so?
MALFATTO. Sono uomini questi che dite o sono bestie? PRUDENZIO. Sei bestia insolentissima tu, bubone! MALFATTO. Che ne so io? Me par che voi non parlate come li altri, però. PRUDENZIO. Che altri? che altri? ché tutti li altri insiemi non sanno la decima parte de quello che sanno le mie crepide. Ma dimmi: andasti tu dietro a coloro? MALFATTO. A chi coloro? PRUDENZIO. Com'a chi?
Egli aveva la irritante abitudine di smettere di parlare quando si avrebbe voluto che proseguisse. Parlate, disse Nancy. Dite ancora. Ed egli parlò. Non somigliava certo a me di mandare così, per il mondo, a nessuno, quei vani e inutili fiori. Nè di scrivere una folle lettera che non era diretta a nessuno, affidandola al caso... E' vero.
«Dite a Rocco, che prima di sera torni a Santa G..., e rimeni qui la figliuola.» Giuliano pensava intanto a quell'ultima volta che aveva vista la villanella sul prato a ricogliere la tela; e quel canto malinconico alla rondinella, gli tornava nell'orecchio e nell'anima, come uno dei più soavi ricordi della sua vita. Oh! quanto gli si erano mutati i casi da quella volta!
Angiolina Lo dite a me? Lo so io se è un peccato mortale: io, che ero abituata ad avere da lei tutto quello che volevo... mentre adesso poco ci manca che non debba io soccorrere lei! Ah! quando penso ai tempi in cui la sua casa era in festa di giorno e di notte e si gettava la roba dalla finestra tant’era l’abbondanza; quando penso alle risate che mi faceva fare
Dite, dite, Polo. A voi, maestro, nulla de' miei studi è nuovo. M'avete incoraggiato e fatto plauso. Che, Polo? vorreste che avessi sprezzato l'ingegno vostro, l'affetto grande che portate alla scienza? La mia difesa di Fausto Socino non v'è sconosciuta. Domattina parto... e mi dorrebbe lasciar solo e inutile quel mio breve lavoro!
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