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Aggiornato: 12 giugno 2025
Frattanto una mattina, al dissiparsi di una nebbia leggiera, simile al velo che si getta sui mille ninnoli, sugli eleganti gingilli dei tavolini delle nostre sale, che li copre senza nasconderli, il sole nascente mostrò spiccate le coste d'Italia. Francesco le contemplava in un'estasi religiosa piena di memorie, mentre la sua fantasia, stanca di prevedere il male, non gli dipingeva che le immagini deliziose del passato, le lusinghevoli dell'avvenire. E il fanciulletto, attenendosi alla mano del genitore, gli andava col piccolo dito segnando le cime di terra ferma, miste alle fantastiche apparenze di qualche bianca nuvoletta, sorta sull'orizzonte, e chiedendo: Che monte è quello che sporge l
E un altro, Hans Fredeman, il pittore famoso degl'inganni, quello che dipinse così maestrevolmente delle colonne sopra i battenti della porta d'una sala, che Carlo V, voltatosi, appena entrato, a guardare, credette che la parete si fosse chiusa per incanto dietro di lui; quell'Hans Fredeman che dipingeva delle palizzate che facevan tornare indietro della gente, e degli usci su cui si posava la mano per aprire, dovette la sua fortuna a un libro d'architettura del Vitruvio che ebbe per caso da un falegname.
Inoltre, Tuccio di Credi era l'aiuto di Spinello Spinelli, quando questi dipingeva nella chiesa di San Nicolò, in via della Scala, e messer Dardano non poteva averlo dimenticato così facilmente. Tuccio di Credi! esclamò egli andandogli incontro. Che fortuna d'imbattermi in voi, appena entrato in Arezzo! Tuccio di Credi aveva veduto messer Dardano anche prima che messer Dardano vedesse lui.
Si dipingeva, allora, la palazzina del marchese Soprani. Voi la conoscete, nevvero?... Una palazzina di alabastro, in fondo a un prato, che mette voglia di ruzzolare sull'erba, fiancheggiata da boschetti di cedri, d'araucarie, di palmizi, d'acacie, di magnolie e di alberi del pepe, che, solo a guardarli, fanno sternutare ogni fedel cristiano.
Se il Fato non fosse entrato nella loro esistenza sotto la forma di Tom Avory, biondo e placido, che dipingeva quadri, citava poeti, li conduceva in barca sul Lago Maggiore ecco, questa bruna testolina graziosa che Nino contemplava gli avrebbe posato sul petto, la piccola mano, le gracili spalle, il viso sottile, tutto ciò sarebbe stato suo per sacro diritto.
In quel tempo stesso, nel quale Fra' Bartolomeo dipingeva in S. Marco, giaceva prigione col
Intanto, e forse per la prima volta, Guglielmo era felice. Il suo occhio, turbato dalla scossa che forse aveva ricevuto il cervello, non vedeva più gli oggetti esterni quali erano, ma bensì come la fantasia li dipingeva e come li avrebbe voluti. La realt
S'alzò così dell'increscioso letto, si recò discinto all'uno de' finestroni della sua camera, guardò fuori, vide un cielo pressochè tutto coperto da un denso vapore rosato, che vestiva di quella tinta tutta l'ampia prospettiva di Roma, che gli si dipingeva d'innanzi. Crollò la testa, stette ruminando molte cose. Gli risorsero in mente alquante parole del Morone.
Mentr'egli si sfogava in vane querele, un'infinita tristezza si dipingeva sul volto della Teresa. Ella avrebbe voluto dirgli: O fanciullo, tu parli della nostra relazione come di cosa che possa sopravvivere a un distacco di tre anni, e un'ora forse dopo che il Colombo sar
Il prete parlava loro di Dio come di un padre pieno d'amore e di magnificenza; dipingeva le gioie del paradiso con colori smaglianti, le cantava con strofe poetiche, ma giammai parlò dell'inferno. Esse non conobbero neppure il nome dei peccati, neppure la parola peccato.
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