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Aggiornato: 14 giugno 2025


Per la prima volta, nella sua lunga pratica d'infermiera, suor Maria dimenticò la malata affidata alle sue cure, e la notte passò senza ch'ella ricomparisse nella corsia. La mattina di Natale, traverso l'uscio della sua cella, s'udiva uno strano rumore come il ruzzolare di carrozzelle di legno sul pavimento, ed il cinguettìo d'una voce infantile.

Era questo il ritratto della contessa Cunegonda, quando non contava che ventidue primavere. Fissandovi gli occhi in quella mattina, essa dimenticò per un momento quasi cinquant'anni. E tornò a pensare alla sua gloria d'una volta, alle fiamme accese un per lei, agli omaggi del fior della nobilt

Il ministero, dal canto suo, liberatosi dal debito di gratitudine che aveva con lui, lo dimenticò facilmente. Ben altro aveva da fare in que' giorni. C'erano, verbigrazia, tanti nemici da accarezzare, che doveva parer naturale, se il nuovo gabinetto non trovava il tempo e il modo di indorare la pillola a qualche amico scontento.

Filippo, tutto preso dalla «viperetta», dimenticò finalmente la prudenza e andrò a vivere egli pure nell'appartamento sulle Zattere, che per Loredana era troppo grande; la camera attigua a quella in cui dormiva la giovane fu ridotta, da salottino, in camera da letto per Filippo; e tra l'una e l'altra si aprì una porta di comunicazione.

E vedendo che la Carmela non parlava, ma tremava tutta e non cercava di sciogliersi dal braccio che la stringeva, riprese: Non temere, bambina... So chi sei, e non dimentico che t'hanno affidata a me. Non ti domando che una parola. Di' non ti spaventano i miei capelli grigi? La Carmela abbandonò il capo sulla spalla di lui, susurrando: Oh no! no!

Credimi, Giuliana, credimi per sempre. Non ho nessun rancore contro di te, non ne avrò mai. Non dimentico che ti debbo il contraccambio; non dimentico nulla. Non ne hai gi

Or, mentre il paese festoso, quasi dimentico del lungo servaggio, si abbandonava alla gioia, e la gioventù dopo aver fatto solenne saluto di porta Romana, a dispetto delle autorit

Sono venuta anche ieri sera subito, le sfuggì imprudentemente: io non mi dimentico mai di te, che invece fai sempre la capricciosa. Stamane non mi hai ancora dato un bacio: se è così, vuol dire che me ne vado. Infatti si era alzata, ma due grosse lagrime si staccavano silenziosamente dalle lunghe palpebre di Bettina.

Mi perdonino i lettori, se tanto li ho intrattenuti con certi dettagli di minima importanza e forse tali da raffreddar l'interesse di questa mia narrazione, se pure da qualcuno di facile contentatura ci si può ravvisare dell'interesse: oramai avevo buttato giù queste note e non ho potuto resistere al desiderio di pubblicarle: nella vita oziosa, monotona che siamo, purtroppo, costretti a condurre in Italia, le reminiscenze di un tempo che, se non era bellissimo, ci offriva almeno il destro di poter favellare col cuore sulle labbra e dire cogli amici ad alta voce i propositi ardenti che ci bollivano in seno, senza aver paura dei birri e del procuratore del re, parlano una voce così eloquente al mio cuore, che il più piccolo nonnulla di tale epoca, che in tanta degradazione io veggo passarmi davanti agli occhi della fantasia, caramente diletta come una illusione svanita, o come un sogno perduto, m'ispira un'affezione che non saprei abbastanza spiegare, ed egoista come tutti gli uomini che sono sotto l'impressione di un'affetto dimentico gli altri per non deliziar che me stesso.

Giunti non dimenticò di essere anarchico. Volle fare un po' di propaganda alle sue persuasioni, e disse perciò: Il giorno è vicino! Stupore del vecchio. Lo dice anche lei? domandò. . Allora si far

Parola Del Giorno

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