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I diciott'anni del mio tormento! esclamò la marchesa. E lunghi, lunghi, troppo lunghi per questo povero orgoglio! Povero orgoglio davvero, che si stemprava in un pianto dirotto. Pianse lungamente, la nobil signora, col viso nascosto tra le palme.

Sbalordito al risvegliarsi di tante memorie, assorto nella contemplazione d'una natura sempre fresca di perenne giovinezza, vedendo che fuori dalla finestra, i monti, le colline, il bosco, le case, l'aria, la luce, tutto era al suo posto, tutto conservava l'antico carattere, egli si era dimenticato per un istante che gli uomini e le donne non hanno la stessa fortuna, ed alla apparizione della fanciulla gli parve di vedere la sua Matilde, quando aveva diciott'anni.

Il povero Gino ebbe un tremito nervoso, e gli si offuscò la vista, all'udire quel nome. Ma vide allora, come in una nube, la lettera del suo grande amico Emilio Landi, in cui era magnificata, levata a cielo, la bellezza della giovane Baldovini. Come? balbettò egli. Una bambina!... Ha diciott'anni; ribattè il conte Jacopo. Lo so da suo padre, e non me lo ha negato sua madre.

Nulla valse a smuovere quel disgraziato e, un mese dopo, Pasquale Barbosio, quarantenne e possidente, conduceva all'ara nuziale la graziosa Celeste Spada, fragrante come un bottone di rosa, fiera de' suoi occhi neri e dei suoi diciott'anni. La luna di miele fu breve ma dolcissima per Pasquale Barbosio.

Senti adunque, continuava il Pipélé accarezzando le mani di sua moglie, tu sai bene che Erminia oramai ha diciott'anni, è proprio nel fiore della sua gioventù; è nostra figlia e quindi è robusta, ardente, perchè tale il ceppo, tali i rami, dice il proverbio. Dunque una fanciulla della sua et

Ma è un sogno. E desidero di morire. L'anima mia che è? Oh! s'io morissi! Ma s'io morissi, le fanciulle continuerebbero a prendere marito. Mi è pure uscita una triste parola. Oh la donna! valgono tanti tormenti dell'anima per lei? La donna! avessi ascese le scale del lupanare, quando, a diciott'anni mi vennero le prime melanconie, e correvo tutti i giorni a pregare Dio, e non per me!

Questi insegnamenti, misti alle conversazioni politiche, ai ricordi del campo, alla lettura di Plutarco e alle lezioni di scherma, avevano fatto opera gagliarda nell'animo sensitivo di Lorenzo. A quarant'anni, ammaestrato ad una simile scuola, sarebbe riuscito uno stoico; ma non aveva ancora diciott'anni, e lo aspettavano certe battaglie, alle quali si mostra inerme quel petto che era pur dianzi tetragono ad ogni avversit

Diciott'anni! Che son essi mai diciott'anni?... Una fede, un amore. O piuttosto una febbre di vita, in cui si trasforma il fanciullo e nasce l'uomo un culto da cui si apprendono le prime e spesso seducentissime immagini del dolore. Ma, ahimè! una febbre che non torna, un culto che dura severo, ma non si rinnova più mai. Io salia lentamente.

«E ancora questo voglio dirti. Se mi abbandonai fra le tue braccia non fu per un calcolo vile. Checchè ti susurrino nell'orecchio, non credermi capace di tanta bassezza. Te lo giuro in nome della mia, in nome della nostra creatura, io ti amai come s'ama a diciott'anni, senza guardare più in l

L'annunzio del grave avvenimento fu come lo scoppio d'una bomba in casa Bollati. Di così grosse Leonardo non ne aveva fatte mai, aveva mai recato un impiccio simile alla famiglia, neppure quella volta dello scandalo in giardino. Come immaginarsi che quel ragazzo si incapricciasse della Fortunata, una giovinetta senza forme e senza colore, che aveva diciott'anni e ne mostrava sedici, e con la quale egli aveva giocato alla bambola? E per peggio, il diavolo ci doveva metter la coda; anche un bimbo in prospettiva ci doveva essere! Gi