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La stanza dell'inferma era in una oscurit

La brava Carlotta intanto aspettava l'arrivo di Lisa a casa della marchesa con vera impazienza. Ma il tempo passava, ed ecco alle undici il notaio arrivare ed essere introdotto tosto nella stanza dell'inferma, dove gi

Fatto che ebbe una buona trincata, porse la boccia alla Catraia, la quale a sua posta, accostatasela alla bocca, ne tirò giù di un fiato il rimanente, ed esclamò: Viva l'Inghilterra! E con pazza gioia scagliata la boccia nel muro, la fece in tritoli; poi guardando Rosina che non dava segni di vita: Ma che sia morta? (ed accostatasi al letto dell'inferma, sollevò le coltri). Ci è anche il vezzo, esclamò; e scioltolo dal collo dell'infelice, se lo pose in tasca colla velocit

E io, fuori di me, allo spettacolo di quello strazio inumano, credendo ch'ella dovesse morire, non so più che dissi, non so più che feci. Agonizzai con lei. Nel giorno seguente, lo stato dell'inferma migliorò; e poi, di giorno in giorno, andò ancora migliorando. Le forze lentissimamente tornavano. Io fui assiduo al capezzale.

Il generale si buttò nelle braccia di Maurizio, mescolando lagrime e ringraziamenti. Maurizio, a tutta prima confuso, accolse in silenzio quella dimostrazione affettuosa, che sentiva di meritar così poco. Ben presto la loro attenzione fu rivolta alla povera giacente. Le gocce dello spiritoso liquore l'avevano rianimata un tratto. Ma il respiro era quasi impercettibile, e si sentivano appena i battiti del cuore. Raccomandato a Biancolina di strofinar lei le braccia e il seno dell'inferma, il dottore aveva messo mano ad altri apparecchi, per farle alcune iniezioni ipodermiche di etere e di liquore anisato di ammonio. Era di una operosit

Furono introdotti i servi che dovevano servire da testimoni; Grisostomo trasse fuori dalle coltri il braccio destro della marchesa, levò dalle mani del curato la carta ripiegata, e la pose nella destra dell'inferma, poi le disse: Ecco: dia questa carta al signor notaio e gli dica: Questo è il mio testamento.

Entrarono timidamente; don Teodoro, che se ne stava leggendo, li riconobbe subito, e volle che sedessero: poi, date loro più consolanti nuove dell'inferma ch'era stato a rivedere la stessa mattina, li animò a metterlo a parte di quel poco che credessero potergli raccontare delle loro disgrazie.

Passarono due ore di terribile angoscia per tutti. Il respiro dell'inferma si era fatto più lento: appena dieci respirazioni al minuto. Il dottore credette necessario di avvertire che non aveva più speranze. Veramente, non ne aveva avute mai, dal momento ch'era stato chiamato.

Mi tenni sulle generali uno sguardo supplice dell'inferma mi aveva messo sull'avviso. Tornai da solo l'indomani. Appena mi vide mi trasse vicino e mi disse sommessamente: Son sicura che voi non avete detto nulla al De Boni: ma perdonatemi, ho bisogno che me lo promettiate solennemente... egli deve credere quello che voglio io..... Mi ritrassi vivamente e la guardai con isgomento.

Grisostomo, balbettò ella con fievolissima voce, dite voi, fate voi.... Ho sete, datemi da bere. Il domestico passò il suo braccio sotto ai tanti cuscini che reggevano il capo dell'inferma e ne la sollevò pianamente; Lombrichi gli porse un bicchiere, e Grisostomo messolo alle labbra della vecchia, vi lasciò cadere a goccie la bevanda.