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La malattia faceva rapidi progressi; la rassegnazione e la calma dell'inferma sembravano crescere con essa la tranquillit

Suor Teresa tolse il rosario dalla cintola e prese a snocciolarlo, stando seduta al capezzale dell'inferma. Pregava movendo a pena le labbra che mormoravano i Pater noster e le Ave Marie; mentre il cuore in lagrime, invocava Dio, la Madonna, i Santi tutti per il miglioramento, per la guarigione della malata. Era la preghiera della riconoscenza schietta e affettuosa.

I vaporetti, le barche, raccolte per la serenata, tornando a riva passarono dinanzi a la casetta dello scoglio. La luce dei palloncini colorati entrò nella camera dell'inferma illuminandola fantasticamente. Presso il letto, suor Teresa, inginocchiata, con la testa nelle mani, pregava. Il medico, con il capo sporgente sopra la malata, ne spiava con ansia il respiro ormai regolare.

Una stretta al cuore mi avvertiva che il sacrificio non era ancora consumato, che avrei dovuto spargere ancora molte lagrime segrete e soffocare molti desideri ribelli. L'indomani mandai Pietro a chiedere nuove dell'inferma. Stava male. Allora ci unimmo tutti, io, Pietro, Orsola e il mio piccolo Alessio e recitammo la preghiera degli agonizzanti.

Laurenti intese il pensiero dell'inferma, e afferrato un capo del copertoio di raso sul quale era adagiata, fu sollecito a ravviarlo sul petto ignudo; ed ella, seguendo degli occhi quel braccio di persona ignota che le stava daccanto, si volse a guatare il giovine, tra spaurita e curiosa. Non abbia timore, signora; le disse egli allora, per rispondere in qualche modo a quella muta interrogazione.

Volli avere per lei tenerezze così profonde e così obliose che ella potesse in quelle rigustare i sapori della vita più freschi e più sinceri. Ancora una volta ebbi la sensazione di trasfondermi nel corpo fragile dell'inferma, di comunicarle un po' della mia forza, di dare un impulso al suo debole cuore.

Siate benedetto! rispose il dottore, mettendo mano alla sporta, e traendone fuori l'uno dopo l'altro parecchi involtini, boccette ed arnesi di varie forme. Anche del cognac! egregiamente; soggiunse, prendendo una bottiglia di vecchio Martel, e versandone alcune gocce in un piccolo cucchiaio, che accostò subito alle labbra dell'inferma.

Io rimasi giorno e notte al suo capezzale, sempre vigile, tenuto in piedi da una energia instancabile di cui ero meravigliato io stesso. Con tutte le potenze della mia vita io sostenni quella vita che stava per spengersi. Mi pareva che dall'altra parte del capezzale fosse la Morte in agguato pronta a cogliere l'attimo opportuno per strappare la preda. Io aveva talora veramente la sensazione di trasfondermi nel corpo fragile dell'inferma, di comunicarle un po' della mia forza, di dare un impulso al suo cuore stanco. Le miserie della malattia non m'ispirarono mai alcuna ripugnanza, mai alcun disgusto. Nessuna materialit

Date retta a me, soggiunse la signora Veronica: è un bel vecchio, parla bene. Lo sanno i casigliani che sono ammalata? . Anche stamane le Arrighi mi hanno fermata per chiedermi vostre notizie: siete simpatica a tutti. Siate sicura, nessuno ha ancora saputo nulla. Un sorriso pallido passò sulle labbra dell'inferma, poi fece un gesto alla mamma: Dammi il vestito nuovo.

La mattina dopo, la cerimonia del battesimo si compi senza festa, senza pompa, per riguardo allo stato di Giuliana. Il bambino fu portato nella cappella per la comunicazione interna. Mia madre, mio fratello, Maria, Natalia, miss Edith, la levatrice, la nutrice, il cavaliere Jemma andarono ad assistere. Io rimasi al capezzale dell'inferma.